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Olly vince 75° Festival di Sanremo. Ma… sono davvero solo canzonette?

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Credits ANSA/ETTORE FERRARI

di Elisabetta Failla

Olly è il vincitore della 75° edizione del Festival di Sanremo appena concluso. Non tutti ieri sera in sala, e forse anche a casa, sono stati soddisfatti della classifica e anche del vincitore. Andiamo quindi ad analizzare perché Balorda nostalgia è stata la canzone più votata. Una cosa è certa: quelle di Sanremo non “sono solo canzonette”, come canta Edoardo Bennato, ospite della terza serata del Festival. Questa è una manifestazione che, in 75 edizioni, ha raccontato l’evoluzione sociale e dei costumi del nostro Paese.

Dal 1951, quando c’è stata la prima edizione con tre cantanti che salivano sul palco con più canzoni a testa – Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano – ha visto l’avvento dei cosiddetti urlatori soprattutto negli anni ‘60 – Modugno, Mina, Celentano, tra gli altri – ha subito la crisi degli anni ’70 con l’arrivo della musica impegnata e dei cantautori, per poi risorgere negli anni ’80. Da allora il successo è stato continuo, tanto che da qualche anno anche cantanti che non hanno considerato tanto il Festival, rapper, trapper ecc., si sono piegati e sono saliti su quel palcoscenico. Geolier, addirittura, l’anno scorso ha anche rischiato di vincerlo.

Oggi tutti vogliono cantare a Sanremo perché è la più importante vetrina discografica, sia per chi arriva alla manifestazione per la prima volta sia per quei cantanti che vengono in un certo senso riesumati per l’occasione. Parliamo di cantanti bravissimi come Marcella Bella e Massimo Ranieri, dotati di grande voce, ma che senza Sanremo non avrebbero tante altre chance per esibirsi davanti ad un pubblico così ampio. Inoltre Sanremo deve accontentare spettatori di tutte le età e questo dà un ulteriore senso alla loro presenza.

Carlo Conti ha vinto la sfida contro le precedenti edizioni condotte da Amadeus, anche come direttore artistico, e non era così scontato. Gli spettatori sono stati oltre 13 milioni e mezzo per una media di 12,3 milioni con il 65.4% di share su quattro serate. La finale ha avuto una percentuale del 73,4% pari a circa 13,600 milioni di spettatori. Quindi, la formula di una conduzione semplice, a tratti scarna, ha premiato. Si è fatto dell’ironia per questa sua voglia di correre e chiudere la manifestazione puntualmente ogni sera. Vedersi oltre 4 ore di trasmissione non è facile e arrivare alle fatidiche 01.15, tranne che per la finale, è praticamente un’impresa.

Conta molto nella storia del Festival anche il modo di ascoltare la musica. Se una volta c’erano i 45 giri, le cassette, i jukebox, i passaggi tv e radio erano limitati, ricordiamo Discoring e Hit Parade, con l’avvento delle radio e tv private le canzoni hanno avuto più possibilità di essere ascoltate. L’arrivo di cd, Ipod, tecnologia digitale, con la possibilità di ascoltare e scaricare musica dalle varie piattaforme, e le radiotv ha modificato il modo di apprezzare la musica.

Credit ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Non dimentichiamoci che dietro a queste canzonette, c’è un business enorme. Ci sono manager, agenti, case discografiche e autori che si giocano il futuro in pochi minuti. Ad esempio la manager del vincitore Olly, Marta Donà, ha vinto quest’anno il suo quarto Festival, unica professionista e unica donna, dopo Marco Mengoni, Maneskin (che poi hanno interrotto la collaborazione prima dell’Eurovision Song Contest) e Angelina Mango.

Inoltre quest’anno il 66,6% dei brani in gara è stato scritto dagli stessi 11 autori. In pratica venti canzoni su ventinove, ovvero quelle di Francesco Gabbani, Rocco Hunt, Achille Lauro, Clara, Joan Thiele, Fedez, Serena Brancale, The Kolors, Irama, Giorgia, Gaia. Francesca Michielin, Sara Toscano, Elodie, Rkomi, Achille Lauro, Noemi, Shablo e Rose Villain. Un ristretto numero, quindi, che si spartiscono il festival e che percentualmente hanno larghe prospettive di vincere.

Per quanto riguarda le canzoni, quest’anno è mancato il guizzo, ovvero quella canzone che potesse predominare fin dall’inizio sulle altre. Ricordiamo il caso del Maneskin che, quando si esibirono per la prima volta, fecero saltare sul divano tutti, piaccia o no, e riequilibrarono una serata forse un po’ piatta visto che portarono coraggiosamente al Festival un brano rock. Abbiamo però il primo tormentone conclamato della manifestazione: Cuoricini dei Coma Cose, freschi sposi, che è già entrato, volenti o nolenti, nella testa di molti e ci aspettiamo che ci stordisca ascoltando in radio.

Quest’anno le canzoni hanno parlato di amori sofferti, di rabbia, anche di malattie. La musica è stata molto romantica, anche per quei cantanti da cui ci si aspettava più “movimento” come Shablo & Company. Qualcuno ha convinto, altri meno. E questo ha anche determinato la posizione in classifica. Achille Lauro, ad esempio, ha virato verso una canzone romantica. Non sappiamo se sia l’inizio di un nuovo percorso ma sembra che si sia allontanato dai tempi di Rolls Royce, di Domenica e dei travestimenti. Lauro, che il phisique-du-rôle ce l’ha, era molto elegante e affascinante in abiti  un po’ retrò. La sua canzone Incoscienti giovani è anche piacevole ma non ha convinto forse fino in fondo. Personalmente meritava una posizione più alta ma questo è.

Diversamente è andata a Fedez che si è aggiudicato la quarta posizione. È partito male ma è stato piè convincente con la sua “Battito” che fa riferimento alla sua lotta contro la depressione che lo ha colpito. Il cantante è apparso dimesso ma ha mostrato, forse per la prima volta in modo serio, le sue doti di autore. Per lui questo momento è una sorta di riscatto dopo gli affaire che lo hanno coinvolto tra il divorzio da Chiara Ferragni, l’amante e i tafferugli in strada. Al suo successo ha contribuito anche la canzone cantata con Marco Masini nella serata delle cover, Bella stronza. Le sue barre, che hanno sostituito le parti oggi meno politically correct della canzone, erano in parte anche autobiografiche, ma l’interpretazione dei due è stato molto interessante.

Due parole su Giorgia che, con la sua La cura per me, non è andata oltre il sesto posto con enormi proteste dalla platea che la voleva vincitrice di questa edizione. La cantante ha una voce bellissima ma non poteva vincere. Innanzitutto la canzone non una delle sue migliori ed è stata sostenuta proprio dalla sua voce. Giorgia, pur riconoscendole una posizione di prestigio nell’olimpo musicale italiano, non è in stile europeo e non potrebbe nemmeno pensare di vincere L’Eurovision Song Contest di quest’anno. Infine ha alle spalle anni di carriera. Professionalmente non è più giovanissima e forse i sui fan sono cresciuti con lei e ha meno appeal sulle fasce dei più giovani che ieri sera erano circa il 70% dei votanti (il pubblico aveva il 34% dei voti a disposizione, 33% sia per la sala stampa che per le radio). Ha vinto comunque la serata delle cover con Skyfall, cantata insieme ad Annalisa, dando vita ad un duetto fra i più belli della canzone italiana, e si è aggiudicata il Premio Tim raccogliendo la standing ovation della sala dell’Ariston, che ha intonato in coro “Hai vinto”.

Prima di affrontare il podio, parliamo di Simone Cristicchi e della canzone Quando sarai piccola, dedicata alla madre malata di Alzheimer. Una canzone delicata, struggente e emozionale che ha aperto una finestra su una malattia difficile. Non era facile raccontare una cosa così terribile in pochi minuti. Lui lo ha fatto probabilmente nel miglior modo possibile raccontando un dramma in piccole pillole. Ha vinto in delicatezza ed emozione e ha raggiunto comunque un buon quinto posto con l’apprezzamento del pubblico sia in sala che a casa. Si è aggiudicato anche il Premio Giancarlo Bigazzi per la Miglior Composizione Musicale e il Premio Sala Stampa Lucio Dalla.

E arriviamo al podio: al terzo posto si è posizionato Brunori Sas con “L’albero delle noci”, al secondo Lucio Corsi con “Volevo essere un duro” e al primo Olly con “Balorda Nostalgia”.

Per essere al suo debutto sanremese, Brunori Sas ha raggiunto un bel successo: terzo in classifica e vincitore del Premio Sergio Bardotti per il Miglior Testo. La sua canzone celebra la gioia, la rivoluzione ma anche la preoccupazione che la paternità porta con sé ed è dedicata a sua figlia. Un brano che è stato molto apprezzato dal pubblico ma anche dalla stampa e dalle radio.

Lucio Corsi è la vera rivelazione di questo festival. Cresciuto nelle campagne di Vetulonia, nella Maremma grossetana, dove la sua famiglia gestisce un ristorante, sembra un novello stornellatore. Ha iniziato a studiare musica fin da bambino, suona pianoforte e chitarra elettrica, ha fatto quella gavetta che ormai è quasi desueta grazie ai vari talent televisivi, esibendosi in locali e piazze. Al suo debutto a Sanremo quest’anno non si può non provare tenerezza per lui che scende la scala con i suoi abiti di scena dal look originale ed eccentrico. La sua canzone gli assomiglia: è tenera, dolce, emozionale. E il suo duetto con Topo Gigio per la serata delle cover con Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno è stato, possiamo dirlo, geniale. Non solo perché ha riportato al Festival un personaggio amatissimo ma anche perché i due in fondo sono molto simili. Oltre al secondo posto, Corsi ha vinto anche Il Premio della Critica Mia Martini della sala stampa. Per lui si aprono le porte del successo: a marzo esce il suo disco e poi inizierà il suo tour.

Complimenti al vincitore Olly, questo giovane cantautore e rapper genovese di 23 anni che con il premio appena ricevuto tra le mani ha detto incredulo: “Ciao ma, ciao pà… È assurdo ma è successo”. Alla fine ha vinto la freschezza e la semplicità. Balorda nostalgia, la sua canzone, gli assomiglia e ha quell’appeal necessario per fare presa sui giovani ma è anche forse la più adatta in ottica europea. Potrebbe avere buone possibilità, se non di vincere, di piazzarsi bene in classifica. Ad un ragazzo così non si può che augurargli il meglio.

Chiuso il Festival, saranno le classifiche delle varie piattaforme a stabilire nei prossimi mesi chi siano i veri vincitori della 75° edizione del Festival di Sanremo. Come sempre ci potrebbero essere delle belle sorprese.