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Chiuso a Prato l’ultimo focolaio del tarlo asiatico con l’aiuto di cani addestrati appositavamente

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 Addio tarlo asiatico: con la chiusura dell’ultimo focolaio a Prato, la Toscana torna area indenne rispetto all’Anoplophora chinensis, parassita delle piante rinvenuto fra il 2019 e il 2020 in aree pubbliche del Pratese e ancor prima, nel 2017, a Pistoia in un’area prossima a numerosi vivai.

A Pistoia il pericoloso insetto alieno era stato eradicato nel 2022, ma a Prato la sua presenza persisteva e continuava a destare preoccupazione. Determinante nel debellare l’infestazione è stato il contributo di altri animali: gli “Sniffer dog”, cani specificamente addestrati a individuare tramite il fiuto la presenza delle larve dell’odiato tarlo all’interno delle piante, così da indirizzare gli operatori nel debellarlo albero per albero.

Uno sniffer dog in azione

Uno sniffer dog in azione
Prato durante le attività di eradicazione sono state distrutte complessivamente 84 piante che l’amministrazione comunale ha poi comunque prontamente sostituito con piante non ospiti del tarlo asiatico. A Pistoia erano state oltre 15mila fra aceri, ma anche di carpini, platani, rose e lauroceraso.

L’eradicazione dell’ultimo focolaio di questo pericoloso insetto ha destato grande soddisfazione, ed è stata raggiunta grazie all’impegno della Regione Toscana, in particolare del Servizio Fitosanitario Regionale, dal Centro per la Ricerca in Agricoltura e dell’amministrazione del Comune di Prato oltre che della popolazione locale.

Identikit del tarlo asiatico

Indicato dall’Unione europea tra i 20 organismi nocivi più pericolosi per le piante proprio a causa del potenziale impatto ambientale ed economico, dato che contrariamente ai “parenti” autoctoni, questo insetto è capace di aggredire piante sane.

Buca la corteccia degli alberi per deporvi le uova (di solito una settantina) da cui si sviluppano larve lunghe sino a 5 centimetri che scavano vere e proprie gallerie dentro tronchi, rami e radici, divorando le piante dall’interno.

Proprio per questa sua pericolosità, la normativa europea prevede che, in caso di rinvenimento di un focolaio, debbano essere distrutte tutte le piante infette e le altre sensibili presenti entro 100 metri.