di Elisabetta Failla
Nel corso della settimana delle anteprime di vini toscani la trentaduesima edizione della Chianti Classico Collection ha chiuso i battenti con un grande successo. Alla Stazione Leopolda sono stati circa 218 le aziende del Gallo Nero che hanno presentato alla stampa, ai professionisti del settore e, nella giornata di martedì, anche al pubblico finale circa 790 etichette in degustazione, di cui 194 Chianti Classico Riserva, 185 Gran Selezione e 40 campioni in anteprima della vendemmia 2024.
Importante il tema di quest’anno che coinvolge il Consorzio e tuttiagli associati basato sull’impegno del Chianti Classico e dei suoi produttori per il rispetto del territorio e un futuro sempre più sostenibile. Per questo, al centro della hall della Leopolda, è stata allestita una scenografica installazione vegetale, con piante spontanee, emblema della biodiversità che da sempre caratterizza le colline del Gallo Nero che, per l’occasione, è diventato verde e sostenibile. Infatti, alla fine dell’evento le piante sono state distribuite ai partecipanti.
Anche i materiali scelti sono stati all’insegna della sostenibilità: gli allestimenti sono stati pensati per essere riutilizzati e costruiti con materiali di recupero, gli shopper sono state realizzate in cotone organico e la limitazione – per quanto possibile – dell’uso della plastica e della carta. Nessuno spreco, insomma, nemmeno nella gestione della ristorazione all’interno dell’evento: gli alimenti avanzati saranno infatti destinati al progetto solidale di Villa Lorenzi.
In questa edizione ci siamo dedicati a degustare i vini delle due più piccole UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) del Chianti Classico – Lamole e Montefioralle – ma non per questo meno interessanti.
Lamole è la più piccola UGA per dimensione del Consorzio del Gallo Nero ed è situata sul versante destro della Greve con vigneti allevati su terrazzamenti che guardano ad est che si alternano a zone boschive, oliveti e pascoli. Il clima è piuttosto fresco e il terreno sono composti principalmente da Macigno un’arenaria non calcarea, che contiene anche sabbia, e Galestro. Il terroir di questa zona, anche con il contributo dal cambiamento climatico, influisce sui vini rendendoli freschi, fini, eleganti, molto profumati, più fiori che frutta, e leggermente speziati. Essendo un’anteprima, i vini non sono ancora particolarmente pronti ed equilibrati ma le previsioni sono davvero buone con le dovute differenze fra le tipologie. Particolarmente fresca e snella l’annata, di cui abbiamo degustato la 2021. con tannini ben presenti, talvolta, graffianti (ma è il bello di degustare un vino in anteprima), più morbide, complesse e corpose, ma senza esagerare, la Riserva, in degustazione la 2020 e la 2021, e la Gran Selezione 2020. Quest’ultima è la tipologia di punta del Consorzio perché, grazie alle UGA, è la più rappresentativa del territorio.
Montefioralle è la seconda UGA più piccola del Chianti Classico dopo Lamole e si trova sul versante sinistro della Greve con circa 1.500 ettari di cui 250 a vigneto e il resto ad uliveti e bosco. Anche questa è un’area piuttosto fresca che guarda a est e il suolo è formato principalmente da alberese, una pietra calcarea, e da arenaria. Il Terroir di questa zona dona ai vini un profumo particolarmente fruttato do ciliegia e frutti rossi croccanti, note balsamiche e speziate, struttura, morbidezza, eleganza, tannini decisi ma non invasivi, freschezza e acidità. Rispetto ai vini di Lamole, questi sono più austeri ma non per questo meno piacevoli. Dopo aver degustato l’annata 2022 e 2023, la Riserva 2020, 2021 e 2022 e la Gran Selezione 2021 possiamo dire che questi vini in anteprima saranno degli ottimi vini, sempre con le dovute differenze fra tipologie e annate.
Nella Chianti Classico Collection spazio anche all’Olio DOP Chianti Classico che quest’anno festeggia due anniversari: i 50 anni dell’omonimo Consorzio e i 25 anni della denominazione. Ad un banco di assaggio è stato possibile degustare 35 oli e all’olio del Gallo Nero è stato dedicato un seminario con degustazione guidata.
Nel corso della manifestazione si è tenuto anche il Convegno ASET (Associazione Stampa Enogastroalimentare Toscana) per i 100 anni dalla nascita di Giulio Gambelli e premio Gambelli un riconoscimento che onora la memoria del grande maestro assaggiatore, conferendo un premio al giovane enologo che nell’anno appena trascorso si sia dimostrato il “più vicino all’idea di far vino” di Giulio Gambelli. Quest’anno è stato premiato Marco Zito, responsabile della produzione nelle Cantine di Terenzuola.
Classe 1992, nato a Livorno ma di origini campane, Marco Zito ha studiato Viticoltura ed Enologia e successivamente Produzioni agroalimentari e gestione degli agroecosistemi presso l’Università di Pisa laureandosi con il massimo dei voti. Parallelamente ha conseguito il Diploma in Scienze Agrarie presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In concomitanza con la fine del percorso universitario ha svolto un periodo di ricerca in Australia, presso l’Università di Adelaide. Negli anni ha maturato diverse esperienze lavorative: nel Sannio, in Australia nella rinomata Barossa Valley, presso l’azienda Gaja a Bolgheri e da Antinori in Maremma.