Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, che naufragò il 13 gennaio del 2012 al largo dell’isola del Giglio provocando la morte di 32 persone, ha rinunciato a chiedere la semilibertà. Lo ha detto la sua avvocata, Francesca Carnicelli, spiegando che c’erano state «difficoltà con la proposta lavorativa» fatta al tribunale di sorveglianza di Roma, e che quindi Schettino aveva deciso di chiudere il procedimento. Oggi era in programma l’udienza per decidere se concedere o meno la semilibertà a Schettino
Francesco Schettino è stato condannato nel 2017 in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all’isola del Giglio in cui morirono 32 persone e centinaia rimasero ferite.
Dopo aver scontato metà della pena, l’ex comandante ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere. “A oggi Schettino ha scontato, calcolando anche il periodo di misura cautelare, molto più della metà della pena”, ha affermato l’avvocato Astarita. “È molto addolorato per quello che è successo e dal primo momento ha accettato la condanna, è una persona che sta scontando la sua pena”, ha aggiunto. L’avvocato ha presentato richiesta per far ottenere un lavoro a Schettino attraverso l’associazione di Flavia Filippi, ‘Seconda Chance’: “Speriamo che il tribunale possa fare serenamente le sue valutazioni”.eva avanzato la richiesta di accesso al regime di semilibertà.