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“Società della Salute al capolinea, troppo alti i costi di gestione” di Pieraldo Ciucchi

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Ciucchi pieraldoLe Società della Salute sono state e sono un aggravio di costi per il sistema sanitario regionale. Partendo da questa analisi Pieraldo Ciucchi, consigliere regionale del PSI ha deciso di presentare una proposta di legge per la loro soppressione

“Le Società della Salute, trattandosi di un vero e proprio ente pubblico, i costi sono generati fin dalla sua costituzione e per il solo suo esistere – spiega Ciucchi – indipendentemente dalle attività reali che sviluppa: spese notarili di costituzione, spese per la contabilità, spese per organi, per i Collegi sindacali, spese per l’organizzazione amministrativa, fiscale e legale.”

“Conti alla mano,- prosegue Ciucchi – basta navigare su internet sui siti delle varie Società della Salute e si trova di tutto: gli incarichi ai Direttori generali con costi aggiuntivi, gli incarichi professionali (sempre motivati con la mancanza di figure professionali adeguate sia presso la Asl, sia presso i Comuni consorziati), incarichi di collaborazione a progetto, addetti stampa, figure professionali amministrative di supporto alla programmazione integrata di zona.”

“Generalmente, sui bilanci 2013 di ciascuna Società della Salute – rileva Ciucchi – il Collegio di revisione incide per una spesa di 42 mila euro che comporta una spesa  annua di un milione e duecentomila euro per le 30 Società della salute esistenti.

Complessivamente, milioni e milioni di euro che potrebbero essere spesi per i bisogni reali dei cittadini, ad esempio all’aumento del fondo per il contributo affitti da parte dei Comuni o a favore dell’aumento del fondo per gli anziani non autosufficienti.”

“Le Aziende Sanitarie e i Comuni – prosegue Ciucchi – avevano già a disposizione tutti gli strumenti normativi e amministrativi per importanti obiettivi e possono tornare da soli a realizzare l’integrazione socio-sanitaria senza costi di enti aggiuntivi, dal momento che nessun cittadino toscano ha potuto toccare con mano gli effettivi benefici e le concrete ricadute positive conseguenti l’attività di questo ennesimo carrozzone burocratico-amministrativo.”

“I Comuni debbono tornare ad appropriarsi interamente della gestione del “sociale” – sottolinea Ciucchi –  spetta a loro, singolarmente o in forma associata organizzare e gestire i servizi e individuare le forme migliori per le quali sollecitare le Aziende sanitarie a sviluppare processi integrativi di governo  socio-sanitario.”

“E’ stato un tentativo – conclude Ciucchi – che in mancanza di un modello istituzionale incentrato sull’organizzazione di area vasta delle Aziende Sanitarie che ne avrebbe determinato un forte ridimensionamento nel numero, non poteva che infrangersi con la logica del buon senso politico e con la prerogativa di tenuta in equilibrio dei costi di spesa. Ora vanno soppresse”.

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