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Ex Isi, “occupato” il Comune. Gheri: “La mobilità va concessa a tutti i lavoratori”

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Senza occupazione e senza mobilità dal primo gennaio. Il dramma dei 120 lavoratori ex Isi è approdato per l’ennesima volta davanti al Comune di Scandicci e poi all’interno degli uffici. Il presidio è stato preceduto da un breve blocco, cinque minuti, della tramvia e quindi dalla simbolica occupazione della stanza del sindaco Simone Gheri
Tra pochi giorni soltanto 160 operai riceveranno il sussidio, gli altri saranno “semplicemente licenziati”, visto che l’Isi, subentrata all’Electrolux nel 2008, non ha rispettato l’accordo firmato nel 2008 al ministero dello Sviluppo economico, ovvero proseguire con la produzione per almeno tre anni e riprendere tutti i lavoratori. Con le assunzioni fatte a scaglioni e il successivo fallimento dell’Italia Solare Industrie, per 120 persone è arrivata la beffa: non hanno maturato i sei mesi di lavoro continuativi e quindi, per legge, non hanno diritto alla mobilità.
“Chiedo al ministro del Lavoro Enrico Giovannini un’immediata soluzione per i 120 ex lavoratori Isi, licenziati e senza diritto alla mobilità, all’interno dell’accordo ministeriale firmato nel 2008”, ha detto  Gheri al termine dell’incontro con operai e sindacati. “Il caso particolare dei 120 lavoratori – ha aggiunto – è dovuto proprio al non rispetto di quell’accordo da parte degli imprenditori”.
Già ieri sera il sindaco aveva inviato una lettera al Ministero per chiedere un incontro con le istituzioni finalizzato alla concessione in deroga della mobilità a tutti gli ex lavoratori, identica lettera è stata spedita anche ai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, che fra l’altro, aveva firmato l’accordo poi disatteso da Isi.
Stamani il sindaco, su richiesta dei lavoratori, ha poi telefonato a Matteo Renzi, in qualità di neo segretario del Pd, per fare pressione tramite i gruppi parlamentari, è stato contattato anche Dario Nardella, in modo da riportare con maggior forza la questione all’attenzione del ministro Giovannini.

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