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Viaggio nei meandri del centrodestra Così Firenze ha perso la strada maestra

admin
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palazzo centro destraC’era una volta la politica: molti, molti anni prima di questo 2014 neonato che fin dai primi vagiti presenta  la mesta corona di fiori sul tumulo della cara estinta. C’era una volta il rigore e il pudore, l’impegno di credere in quel che si faceva. Un’etica che ci faceva fare i conti con noi stessi. Oggi tutto questo è cancellato.
Seguivo in questi giorni di festa le grandi – si fa per dire – manovre del centro destra, senza più riuscire a capire di che centro destra si tratti. Esiste il Nuovo Centro Destra, infatti, esiste la rinata Forza Italia, della quale una volta fui il primo candidato eletto in Parlamento  a Firenze circoscrizione centro e  regione; esiste Fratelli d’Italia. Esiste una lista civica con Totaro Sindaco.  Insomma esistono in molti ma nessuno in grado di tornare a rappresentare una forza politica consistente. Specialmente in Toscana, dove un’inesistente gestione, sia a livello locale che  nazionale, ha scardinato il movimento.
E dire che mai come in questi ultimi anni la Toscana e la stessa Firenze avrebbero avuto bisogno di una attenzione che non c’è invece stata. Sanità allo sbando, comunicazione offensive per chi lavora, come i treni per pendolari; abbandono totale di attenzioni e interventi per l’industria e la produzione – fatta eccezione per  quella delle costruzioni, per la quale di attenzione ce n’è stata anche troppa, – Università e ricerca dimenticate, sistema bancario snaturato nelle sue funzioni dal centro sinistra con il placet delle opposizioni, contribuendo così a mettere in ginocchio la Toscana, assolutamente ignorata da Roma.
La cosa più intelligente sarebbe stata chiedere lo scioglimento delle Regioni, più che quello delle province, ma sarebbe saltato in tutto il paese, non lo squilibrio che le regioni hanno creato in economia e finanza, ma i centri di deposito di personaggi in cerca di sedie.
La Toscana è quella che ha sofferto di più: un potere dispotico da una parte, il disinteresse assoluto, per non dire un accordo con il centro sinistra vigente ormai da tempo, partito direttamente da Roma. Di chi la colpa? Di Verdini che prima ha fatto gli accordi poi si è dedicato ad altre faccende? Dei suoi pretoriani sul posto? Difficile dirlo, certo è che Rossi ha sempre avuto vita facile e al momento di scegliere il sindaco di Firenze il centro destra ha sempre puntato a perdere.  E là dove ha vinto, come a Prato, ha ignorato la vittoria, lasciando solo il sindaco e il coordinatore.
E ora si corre a occupare in anticipo le sedie del domani. E Dio ci scampi che si faccia politica: si fa sediologia. E si scambiano le sedute come in quel gioco di una volta, dove alla fine c’era sempre uno che restava in piedi. A chi toccherà ora? Certo è che siamo in un caos che non so più se sia solo di destra o di una destra ammanigliata alla sinistra.
Al di là della corsa a votare Renzi alle  primarie per una captatio benevolentiae, e un qualche sempre possibile accordo, c’è chi, partito da destra, come Pieri e Giocoli, sono finiti per fondare la lista civica ‘Noi per Renzi’. Che devo dire mi ha stupito. Se ben ricordo la Giocoli, quando non mi ripresentai al Parlamento ed ero capogruppo consiliare a Palazzo Vecchio, si agitò moltissimo dicendo che dovevo dimettermi e non usurpare un posto preso coi voti di Forza Italia.  Mentre lei si agitava, giustizialista, io mi ero già dimesso con lettera al sindaco. Quando Fassino anni fa mi chiese di candidarmi come indipendente nel Pd in una importante circoscrizione fiorentina commosso, gli dissi, che non potevo “chiedere voti per un altro partito dopo aver rappresentato Forza Italia”.
Mi dicono che a queste cose non si guarda più. E’ vero purtroppo,  per questo dobbiamo guardare dove siamo arrivati.

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