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Nel 2016 Palazzo Panciatichi diventerà anche museo

Redazione
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Con il nuovo anno, da sabato 2 gennaio, il palazzo del Consiglio regionale sarà aperto a tutti i cittadini che vorranno visitarlo ed ammirare le opere d’arte e gli affreschi che ospita tutti i giorni, dalle 10 alle 12. Sarà il presidente dell’assemblea toscana Eugenio Giani, nell’occasione, a fare da guida lungo tutto il percorso. Si partirà dal corridoio affrescato nel corso del Settecento, al primo piano, dove dieci grandi pannelli presentano la Toscana premoderna, quindi i periodi etrusco, romano e medievale. La sala adiacente è dedicata a Paolo Barile, ma tutti la chiamano sala del Pegaso, per la riproduzione della medaglia esposta al Bargello, voluta dal Cardinale Pietro Bembo e forse coniata da Benvenuto Cellini.

Il caminetto in stile ‘francese’, con marmi policromi ed uno specchio appoggiato sopra la mensola, è un vero gioiello, ma è anche un amplificatore di suoni, per ascoltare segretamente le conversazioni da una stanza attigua. Fu realizzato nel 1742 da Luigi Orlandi e Carlo Socci, insieme agli affreschi, che coprono interamente le pareti.

Nello stesso anno Orlandi realizzò la Cappellina privata. Contro il fondo di marmo giallo di Siena si staglia il piano bianco dell’altare. Al centro della volta l’affresco ‘Trinità in gloria’ di Vincenzo Meucci, che nel 1748 ultimò anche gli affreschi della Galleria Dipinta. Sulla volta policroma sono rappresentati divinità, muse, personificazioni allegoriche: Plutone, accompagnato da Cerbero e dalla sposa Proserpina, con Bacco contornato dai satiri mentre assaggia un grappolo d’uva. Nella Cappella Capponi è affisso un ritratto di Cosimo I de’ Medici.

“Il Palazzo che ci accoglie è da un lato Panciatichi e dall’altro Covoni. Proporrò alla commissione per la denominazione dei beni regionali, che presiedo, che diventi il Palazzo del Pegaso, per dare un’idea unitaria ed abbracciare la storia millenaria della nostra regione”, ha spiegato Giani, presentando alla stampa la nuova iniziativa. “Vogliamo che queste stanze raccontino la storia toscana dal 1555 ai nostri giorni, con al centro il padre della Toscana moderna – ha sottolineato il presidente – Dal 1555 al 2015, dopo 460 anni di storia moderna, siamo sostanzialmente la stessa regione: la Toscana del Regno d’Italia è la Toscana di oggi, ad eccezione di Massa, unita nel 1871”.

Terminato il percorso storico, sarà possibile visitare anche le mostre temporanee, che vengono allestite periodicamente, come quella attuale dedicata al matrimonio tra Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria, avvenuto il 18 dicembre 1565, che segnò l’ingresso della Toscana nel novero delle Nazioni europee. L’evento inaugurò una nuova stagione dello spettacolo di corte e servì da modello e riferimento per altre celebrazioni analoghe.

A seguire un omaggio al pittore Paolo Frosecchi, in occasione della pubblicazione del volume a lui dedicato. Un suo grande dipinto sarà dato in comodato d’uso al Consiglio regionale. Quindi sarà la volta di una selezione di quindici dipinti di Adriana Pincherle.

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