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Tasse al 68,5% sulle PMI a Firenze Fino al 7 settembre si lavora per lo Stato

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Un tempo si diceva che fino a giugno si lavora per lo Stato e da luglio si inizia a farlo per se stessi. Ormai pare invece che il calendario vada spostato in avanti di oltre due mesi, almeno a Firenze. La pressione fiscale complessiva sulle piccole e medie imprese (PMI) del capoluogo toscano nel 2016 sarà infatti del 68,5%. Lo rileva il rapporto presentato dall’Osservatorio CNA sulla tassazione nella piccola e media impresa nel 2016, frutto di uno studio effettuato sui 124 Comuni capoluoghi di provincia e regione.

Di fatto, il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole imprese e sugli artigiani nel 2016 salirà al 61% (+0,1% rispetto al 2015). In Toscana 3 capoluoghi di provincia superano questa media: Firenze, Grosseto e Livorno;  appena al di sotto Pisa e Siena. A Firenze, quarto posto in Italia con Catania, la pressione fiscale complessiva sulle piccole imprese nel 2016 sarà – lo ripetiamo – del 68,5%; a Grosseto, ventesimo posto in Italia, del 64,9%; a Livorno, quarantaduesimo posto in Italia, del 62,3%.

“La pressione fiscale sulle imprese – dichiara il direttore CNA Toscana Saverio Paolieri – è un mostro che divora le loro risorse e il loro lavoro. Le imprese fiorentine lavoreranno fino al 7 settembre per pagare le tasse; quelle di Arezzo, la città con la tassazione globale più bassa fra i capoluoghi toscani, fino al 22 luglio. E il reddito che resta alle imprese dopo aver pagato le tasse va dal 31,5% di Firenze al 44,3% di Arezzo”. Quindi, se l’utile d’impresa è di 50mila euro l’anno, dopo aver pagato tutte le tasse i 50mila euro nel 2016 diventano a Firenze 15.750 euro, ad Arezzo 22.150. È insostenibile. Come si può sperare nella ripresa economica quando le nostre imprese sopportano un peso così enorme? Dal nostro studio risulta nel confronto 2015/2016 un aumento del peso complessivo del fisco dell’0,1%, passando dal 60,9% del 2015 al 61%. È necessario ridurre in maniera incisiva la tassazione su artigianato e PMI e semplificare, sia a livello centrale sia a livello locale, gli adempimenti  che determinano costi indiretti sulle imprese e ne diminuiscono la produttività. Solo così si può restituire fiato e competitività al nostro sistema economico”.

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