Fiorentina-Udinese 2-1
FIORENTINA (3-5-2): Viviano; Roncaglia, Rodriguez, Nastasic; Cassani (12′ st Cuadrado), Romulo (33′ st Aquilani), Borja Valero, Pizarro, Pasqual; Ljajic (21′ st El Hamdaoui), Jovetic. A disp. Neto, Hegazy, Olivera, Lupatelli, Fernandez, Seferovic, Lazzari, Capezzi, Camporese. All. Montella.
UDINESE (3-5-1-1): Brkic; Heurtaux, Danilo, Coda; Faraoni, Battocchio, Willians (1′ st Pereyra), Badu, Pasquale (23′ st Domizzi); Maicosuel; Muriel (22′ st Fabbrini). A disp. Pawlowski, Angella, Basta, Di Natale, Benatia, Forestieri, Armero, Silva Moises, Zielinski. All. Guidolin.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo
NOTE: Ammoniti: Cuadrado, Danilo, Jovetic per gioco falloso. Recupero: 1′, 3′. Spettatori: 25.300, incasso 467.987,84 euro. Quota abbonati 11 mila circa
RETI: 28′ pt Maicosuel, 23′ st e 45+2 stJovetic
Canta Firenze, forte fortissimo come non accadeva da anni. E alla fine nessuno ha voglia lasciare il Franchi, perché c’è da far festa con la nuova Fiorentina di Montella, una squadra entrata di prepotenza nel cuore del popolo viola, grazie alla freschezza del suo gioco, magari poco concreto, ma certamente spettacolare e capace, in appena novanta minuti, di appassionare i tifosi e di far rinascere l’orgoglio della città per la propria squadra.
Supertifoso Anche Andrea Della valle, dopo il gol di Jovetic che regala il successo in extremis sull’Udinese, esulta come un ultrà in Tribuna d’onore, sudato e felice per aver finalmente ricostruito una squadra degna del nome di Firenze e della sua bellezza. D’accordo, l’Udinese di Gudolin era rabberciata, senza Di Natale, e con la mente tutta protesa al preliminare di Champions. E mettiamoci pure il difetto, insito nella formazione di Montella, di girare troppo al largo dall’area di rigore, perdendosi a volte in ghirigori inefficaci, anche a causa della mancanza di una punta centrale. Ma la doppietta del figliol prodigo Jovetic, che ha rimediato allo svarione difensivo da cui si è generato il gol del vantaggio friulani, ha resistito la passione ai sostenitori gigliati. Proprio quello che mancava da anni, proprio ciò che contava di più.
Si comincia con l’inno di Narciso Parigi, poi visti i colori dell’Udinese, con il tradizionale coro “chi non salta e bianconero” pensando più che ai friulani alla Juventus, rivale di sempre. E nel mirino finisce anche Antonio Conte, per le sue vicissitudini nel calcio scommesse. Qualche striscione campeggia in una Fiesole gremita che non si vedeva da tempo. “26 agosto 1926, la c’ha tant’anni eppure la un ’invecchia mai” in perfetto vernacolo fiorentino, firmato Curva Fiesole. In Maratona la novità dell’abbassamento delle barriere, per la gioia dei paganti del Parterre che, finalmente, hanno una migliore visuale del campo.
La Fiorentina non vuole essere da meno e preme subito sull’acceleratore. La squadra è orfana di Aquilani, che siede in panchina ed è improntata da Montella sul modulo 3-5-2: Viviano tra i pali, Gonzalo, Roncaglia e Nastasic in difesa; Cassani, Borja Valero, Pizarro, Romulo e Pasqual a centrocampo; Jovetic e Ljajic in attacco.
Il più vivace di tutti è Pizarro che incanta con un paio di giocate e cerca di ispirare Jovetic, inizialmente un po’ arruffone. L’Udinese di Guidolin, che risparmia Di Natale in vista del preliminare di Champions, vacilla all’inizio, poi si assesta e rende più difficile la vita ai viola. Passano i minuti e balza all’occhio il difetto gigliato: la manovra scorre fluida e spettacolare, ma tutti girano al largo dall’area di rigore, compresi Jo Jo e Ljajic che dovrebbero essere i terminali offensivi. Insomma manca il tanto agognato animale da area di rigore.
Doccia fredda In campo c’è anche l’arbitro Mazzoleni, coadiuvato oltre che dai guardalinee, dai giudici di porta, altra novità assoluta del campionato. E qualche decisione della giacchetta nera fa infuriare i tifosi viola. Ma la doccia fredda è dietro l’angolo, così al28’ l’Udinese sfrutta un’amnesia colossale della difesa viola e lo sconosciuto Maicousel si ritrova a tu per tu con Viviano, battendolo con un preciso rasoterra. Ed ecco in luce l’altro difetto: difesa poco collaudata e dalle maglie troppo larghe. Ospiti in vantaggio col minimo sforzo. Il popolo viola non si abbatte e, dalla Fiesole si continua a cantare. La Fiorentina prova a raddrizzare il match, ma il limite è sempre quello: manca chi finalizzi il volume di gioco prodotto.
Nella ripresa Montella inserisce anche Cuadrado al posto di Cassani per aumentare la spinta. Ma il tic-toc dei viola continua e i tanti traversoni s’infrangono sul frangiflutti friulano. Il pubblico, di fronte alle titubanze a concludere in porta, comincia a spazientirsi. Al21’Montella toglie Ljajic per dare più peso là davanti con El Hamdaoui. E, quasi per incanto, la Fiorentina trova il pari, ringraziando anche la fortuna perché su servizio di Borja Valero, Jovetic spara un destro che, deviato da un difensore carambola in porta. La gara s’infiamma e la spinta di Cuadrado per poco non frutta il raddoppio lampo. L’Udinese si salva. L’impatto di El Hamdaoui sulla partita è devastante e le sue giocate fanno spellare le mani al pubblico viola. L’Udinese è alle corde, la punizione di Pasqual meriterebbe miglior sorte, eppure il palo si mette in mezzo. Ma nemmeno la malasorte può nulla sulla rasoiata di Jovetic, servito da Aquilani col contagiri.
La Fiorentina vince nell’ultimo minuto di recupero. E il Franchi pare venir giù tanta è la gioia dei tifosi. I giocatori corrono sotto la Fiesole a lanciare le maglie. In città si risentono anche i carose