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Di Umberto Cecchi Hanno ammazzato la politica, restano solo liti da pollaio nel profondo silenzio della stampa

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Chi per hobby o per interesse nazionale ha seguito tanti anni di attività dei partiti, oggi si rende conto con facilità di come tutto il male sia rimasto e la poca parte buona, come parlare poco e fare di più, curare, nonostante gli scontri politici, le sorti del Paese; pensare una legge, prima fi farla, e rileggerla prima di approvarla; sapere che si costruisce qualcosa se questa è stata elaborata attraverso una seria campagna di opinione dove il popolo non è stato escluso a priori; avere il senso della nazione, quello dell’appartenenza a uno schieramento, e seguire una logica, non muoversi a tentoni.

Oggi. nella cosidetta epoca dei ‘new toys’,  giovani assaltatori del potere, questa logica non esiste più. Renzi gestisce come fosse casa sua, una coalizione che non si sa cosa sia. Non è sinistra – neppure se Verdini garantisce di sì – perché parte del partito – che Renzi ignora e maltratta – quella vera, scalpita, ma non ha il coraggio di rifondarsi. Non è destra, perché straboccante di giovani comodamente seduti – mano sui pulsanti – a respingere tutto ciò che i loro padri, di sinistra o destra che fossero, avevano contribuito a costruire. Italia compresa, che usciva da disgregazioni profonde. Non è soprattutto quello che il paese era andato a votare. Perché, fra l’altro gli italiani, in sfregio alle regole, sono anni che non riescono a votare un premier. E prima o poi, andando così le cose non voteranno più neppure i parlamentari. A loro penserà il premier.

Pensiamoci bene: ci siamo già passati da un periodo così. Molti di noi non erano nati e i giovani d’oggi sanno nulla della storia del nostro paese. Ci siano già passati da una scomposizione politica profonda che ha portato alla dittatura. E per uscirne ci sono voluti vent’anni e una guerra. A quel tempo ci fu chi andò, come i socialisti, sull’Aventino. Lasciando via libera alle destre scatenate.

Oggi è peggio: Sull’aventino ci sono andati – idealmente – Quelli delle destre e delle sinistre: lasciando via libera ai giovani new toys d’assalto che di brutto hanno occupato tutto, incidendo pericolosamente su gli organi d’informazione. Che si sono quasi tutti  uniformati al potere. Vendono meno, e si vedono meno, per colpa di questo appiattimento, ma nessuno degli addetti ai lavori reagisce. La verità, ormai è un aptional. E quindi se Renzi dice che noi siamo i migliori in Europa, lo dicono e lo scrivono. Senza remore per la mancata verità. E se l’Europa ci dice che così non va, e il governo fa sapere che va invece benissimo. La tesi giusta è sempre quella del governo, il quale tuttavia non ha né l’intelligenza, né la forza, né il coraggio di opporsi a Brusselles, dove nel frattempo abbiamo seminato e allevato il fior fiore dei perditempo della burocrazia, e preparato ottimi ‘spin doctor’  della corruzione. Un’università.

Quello che domina davvero nel paese, è la confusione: le donne di Reggio Emilia, medaglia d’oro della resistenza , rifiutano la Boschi al memorial day  a ricordo delle battaglie  per l’emancipazione della donna.: non ne è degna dicono offese da tale scelta, non sappiamo cosa farcene di lei. L’Ampi  dal canto suo si ribella e ha dato l’ordine di votare contro la tesi di  Renzi. La costituzione non si tocca, dicono. Almeno non come l’hanno toccata al Governo e in Parlamento. Il Premier risponde che la gran parte dei partigiani che ha incontrato sono con lui. Dove mai gli avrà trovati, oggi, così tanti partigiani anti Anpi.

La sinistra – quella che si definisce ancora sinistra- dice di vergognarsi di avere rapporti con i verdiniani. Mai con Verdini, dicono in molti: pregiudicato, che coi suoi Apaches, capaci di ogni agguato, sta con tutti quelli che gli fanno comodo. Sia Renzi che Berlusconi. Altra parte della destra si spacca sulle amministrative romane e rsichia la perdita del comune più importante d’Italia che sulla carta sarebbe stato suo. Salvini lancia slogan di vittoria, non sul Pd ma su Forza Italia o quello che ormai ne resta, viste la scissioni. Insomma ‘è banda’, come si diceva una volta.

E la politica? Il battersi e lavorare per il paese dov’è?

Beh, insomma, il Paese va bene, ma non è meglio pensare a se stessi e rimanere seduti al potere? Mentre il Paese va alla deriva? Che scriverà la storia di questi individui?

E intanto l’Europa, che è vero è una maledetta rompiscatole inadatta  a fare il suo ruolo, ci richiama su almeno sei o sette inadempienze. Ma che importa? Il premier dice l’opposto, l’informazione gli da ragione, il TG1 si inchina, la Rai seguita a ammucchiare debiti  e assumere giornalisti, e i poveri italiani credono a tutto e si fregano le mani. E la mattina al bar annullano la noia ripetendo le tesi popuuliste in voga: siamo i primi perdio! Non è vero che manca lavoro, manca la voglia di lavorare! Vedete? L’Europa ci richiama perché non impieghiamo gli immigrati. Ma come? Non lo sa che Rossi vuole addirittura regalare loro i paesi toscani meno popolati, per rifarne tante piccole popolose e orgogliose repubbliche Isis. Che dovremmo fare di più?

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