Home CRONACA Firenze da ripensare grazie ad una sinistra pasticciona e improvvisata

Firenze da ripensare grazie ad una sinistra pasticciona e improvvisata

admin
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Le città sono corpo vivi: si sviluppano grazie all’ingegno e alla capacità di chi le amministra e la fa vivere. A Firenze è andata bene a lungo, nel passato: sì qualche casa torre scapitozzata c’è stata, ma volete mettere il resto, costruito dalla genialità e dalla forza del pensiero, dalla razionalità creativa?

Oggi non saprei come definire il divenire della città: casualità ciabattona? Sciatteria disinvolta? Ossessione del potere, qualunque esso sia? Cialtroneria o incapacità? Non so, fate voi. Avremo la stazione Foster o no? Avremo una ferrovia sotterranea centrale  o una periferica per l’alta velocità, per realizzare la quale quella pasticciona dall’Europa ha già stabilito fondi per parte della spesa? Fondi che se non verranno sfruttati andranno come al solito ad altri paesi più furbi?

E l’aeroporto? L’aeroporto signori è il trionfo dell’incapacità di vedere e prevedere. E’ l’incerto fatto storia della città. Dal dopo guerra in poi si sono alternate anno dopo anno, decisioni opposte le una alle altre: si fa, non si fa, si fa piccolo e bello, si fa invece grande e bello, ma nel frattempo ormai le possibilità di farlo tale erano svanite da tempo.

Storia pregevole quella del nostro aeroporto, meritevole di un testo per scuole di urbanistica e di politica amministrativa. Si ampia o no?  Il governatore lo vuole, destandosi da un lungo torpore e deciso a salvare quello della ‘sua’ Pisa. Tanto deciso che, Renzi consenziente,  (in questo momento a nessuno dei due merita scontrarsi con l’altro) si è finito per mescolare amministrativamente i due scali, tanto per farli sembrate uno solo come numero di voli e di passeggeri e mantenerli così in essere come grande scalo unico al quale assegnare un ruolo nazionale importante.

La stessa cosa si è fatta con il teatro: unire La Pergola di Firenze ed Era di Pontedera per farne uno solo, nazionale. A dispetto del Met di Prato che lo sarebbe stato, a buon diritto, il solo a  meritarlo, rispetto alla legge.

Il Tar ha detto no a una pista più lunga e a strutture più ampie – che non è facile pensare dove e come situarle in una zona compromessa a massimo – ma, a chi importa la decisione del Tar? Non è esecutiva, non è tassativa, non conta nulla. Questo il concetto per ignorarla.

Così si tira avanti. ‘Rossi lo vult’ un po’ come il motto di certe case reali che recitava ‘Deus lo vult’. Renzi fa la volpe, sembra nicchiare, ma ‘lo vult’ anche lui: sarebbe una perla della sua corona di premier assoluto.

Tutto questo non è immaginifico. E’ cronaca. Quasi storia. La sinistra fiorentina sull’aeroporto ha fatto come Arlecchino: ci si è costruita un costume a toppe  e ha servito i vari padroni succedutisi nel tempo. Oggi si è addirittura spaccata – vedi Sesto dove il no all’aeroporto e all’inceneritore ha portato a una frattura netta. A una rivolta contro Renzi l’assoluto.

Meriterà una medaglia, Sesto, quella del coraggio di dir non all’ennesimo Re Travicello di passaggio. E non è poco visti i tempi di sottomissione che hanno investito Tv, giornali, gazzette e settimanali. Specialmente adesso che si affronta la corsa al referendacchio, dove l’ordine è votare ‘Sì’ a un pastrocchio studiato per eternare una maggioranza qualsiasi.

Che poi Firenze sprofondi nelle tubature dell’acquedotto tutte da rifare, e che ogni tanto aprono voragini disperdendo ogni anno acqua bastante a dissetare l’assetato Burchina Faso, agli dei dell’Olimpo fiorentin-italiano poco importa: le fogne vanno sottoterra, come diceva un furbo amministratore – non le vede nessuno. Gòi acquedotti anche.

Devo dire che la mia ammirazione va a Nardella: dopo anni e anni sì della sinistra fiorentina – io stesso ero in consiglio comunale con Primicerio sindaco, quando si parlava di treni e tranvie, trionfo del genio immaginifico della sinistra – scopre oggi che la stazione Foster è troppo cara e i binari sotterranei anche. E torna alla vecchia  semplice soluzione di far entrare i treni superveloci più o meno all’altezza di Sesto e farli uscire, tutti a dritto, in pizzo alla città, più o meno a Campo di Marte .

Ci sono libri che negli anni hanno illustrato questa soluzione. La meno dispendiosa.

Quand’è che le nostra città cominceranno  a essere governate in maniera razionale?

Quand’è che a Firenze, prima di cominciare lavori che rischiano oggi di essere bloccati da ripensamenti, un vero esperto di viabilità farà uno studio per una circolazione alternativa non caotica e casuale, costosa per tutti a causa di tempi di ingorghi e percorrenze eterne? Una giunta mi chiedo, deve avere solo meriti politici o anche una qualche conoscenza dei principi amministrativi?

 

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