La Fiorentina continua a crescere anche se a Udine ha gettato al vento la possibilità di tornare a casa con tre punti. Ma va bene così perché finalmente abbiamo visto una squadra in salute. Non ci riferiamo a quella atletica, ma di mente. Cosa essenziale per permettere ad una formazione di scendere in campo per rendere al meglio.
- Addio momenti grigi. Sembra che la situazione psicologica della formazione di Sousa sia, finalmente, uscita dal grigiore nel quale era caduta all’inizio del seconda fase dello scorso campionato. Colpa della società? Colpa dell’allenatore? Colpa di qualche elemento della rosa che andava per strade traverse. Non importa andare a cercare il colpevole. Importante è stato ritrovare la strada maestra. Almeno si spera.
- Il ruolo di Ilicic E’ stata certamente una scelta tecnica per cercare di arginare con Badely e sopratutto Sanchez le incursioni degli uomini di Iachini. In gare come questa, ma anche nelle precedenti di campionato lasciare agli avversari un uomo in più a centrocampo è da suicidio. Quindi l’utilizzo di Ilicic in questo assetto con Sanchez pronto a coprire le scorribande avversarie (il primo di Khedira a Torino) è legato ad un concetto di una sola punta con accanto Ilicic. La Fiorentina di oggi non si può permettere Tello, Kalinic, Ilicic e magari Bernardeschi. Con il rientro di Vecino sarà più facile giocare con due punte. Quindi il destino di Ilicic sarà di fare la seconda punta o la panchina
- Bernardeschi, Sanchez, De Maio, Babacar le sorprese positivi di Udine