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Un nuovo vino per una scommessa

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Un numero, Mille968, che è una data di nascita, e diventa un marchio, il nome un nuovo nettare. Mille968 è infatti il nome di un vino che vuole segnare una svolta nella storia delle Colline Lucchesi, terra di storie lontane e di fascino remoto culminato negli splendori e nei fasti delle grandi ville e dell’epoca napoleonica, ma ripartita decisamente – nel mondo del vino – proprio nel 1968, quando la denominazione Colline Lucchesi ottiene il marchio DOC e il relativo disciplinare che permettono alla zona di esprimere in bottiglia tutto il proprio potenziale di sentori, di profumi, di gusto, di territorio.

Ora, dopo quasi mezzo secolo, la necessità di scrivere una pagina nuova rispetto alla classica immagine che ha visto per anni i viticoltori lucchesi lavorare senza scambiarsi molte idee e collaborando poco, partendo dall’idea – tutta toscana, del resto – che non fidarsi troppo è meglio. D’altra parte, rispetto ad altre zone della regione, capaci di ben altri potenziali produttivi, le aziende lucchesi sono in media piccole, con produzioni che partono dalle 10 mila bottiglie, con poche punte che arrivano a produrne 100mila, per attestarsi su una media di 40mila bottiglie l’anno. Il che ha fin qui reso difficile la conoscenza del territorio e dei suoi vini al di fuori della zona di Lucca.

“Ma una nuova generazione è finalmente  arrivata e molte cose sono cambiate, adesso vogliamo far passare l’idea che in un piccolo consorzio di produttori come il nostro si può e si deve collaborare per far conoscere al mondo le nostre potenzialità”:  a riassumere in parole chiare il concetto della necessità di una svolta è Barbara Chelini di Colle di Bordocheo, una delle tre aziende che si apprestano a firmare questa nuova, emozionante avventura. Partendo da un semplice assunto: la produzione lucchese negli ultimi 10-15 anni ha conosciuto un interessante cambiamento, passando da un livello di media qualità per soddisfare  in buona parte un mercato locale alla produzione di vini di sempre maggiore qualità, realizzati con un occhio molto attento alla salvaguardia dell’ambiente, che ha portato a un progressivo allargamento del numero di aziende a impostazione biologica, biodinamica o integrata.

Ora, la nuova svolta. Con Mille968: un cru, nato per iniziativa di tre fattorie, con  l’ambizione di diventare un po’ lo “chateau” delle Colline Lucchesi. “Il progetto del vino a più mani  – spiega Barbara Chelini – nasce soprattutto per poter presentare ad un pubblico più ampio di quello lucchese  un progetto curioso, in cui più aziende collaborano  mettendo insieme un piccolo quantitativo del proprio vino cru, ed insieme creano un prodotto top che esprime al meglio le potenzialità del territorio”.

Protagoniste dell’iniziativa sono l’Azienda Agricola Colle di Bordocheo della famiglia Chelini, la Fattoria Maionchi della famiglia  Palagi, la Fattoria Sardi Giustiniani di Mina e Matteo Giustiniani, tre aziende che ben rappresentano le caratteristiche delle Colline Lucchesi ma anche le differenze che sono capaci di esprimere nei loro prodotti e che si traducono poi in differenti rotte commerciali, e tutte comunque con occhio attento anche a valorizzare il territorio attraverso la cura dell’accoglienza e dell’ospitalità in un settore, il turismo e le vacanze in campagna, che nella provincia di Lucca sta realizzando numeri interessanti.

Con loro Massimo Motroni, l’enologo che ne segue la produzione e ne cura lo sviluppo. Prima annata il 2013, prima produzione meno di mille bottiglie (840 per la precisione: 280 da ciascuna delle tre aziende), realizzate con un blend di uve Sangiovese e Merlot (entrambe al 50%), un po’ le uve simbolo delle Colline Lucchesi, protagoniste con ruoli importanti nel disciplinare di produzione della DOC. La fattoria Maionchi  ha apportato il  suo Sangiovese: la particolare esposizione del vigneto, la natura calcarea del suolo, l’età adulta del vigneto danno origine a un’uva di buona potenza e longevità. La fattoria Sardi  Giustiniani ha contribuito con il Merlot coltivato nel territorio della Valfreddana, caratterizzato da un microclima particolare:  ventilazione costante e notevole escursione termica danno vita a uve di grande serbevolezza  finezza ed eleganza. Colle di Bordocheo  è intervenuta sia  con il  Sangiovese che con il  Merlot: la natura argillosa e la presenza di marne calcaree nei suoli di Bordocheo, unite alla grande quantità di luce,  danno origine a vini di ottima struttura  con una buona spalla acida e con tannini morbidi .

Uve di cui si avverte decisa l’impronta all’assaggio di questo nuovo vino, nel quale la spalla importante del Merlot, con la sua calda morbidezza avvolgente e si suoi decisi sentori di frutta matura lasciano spazio intrigante alla setosa freschezza del Sangiovese, smussandone gli spigoli in un piacevole equilibrio armonico. La vinificazione e la malolattica sono state gestite  autonomamente da ogni singola azienda, le fattorie hanno poi selezionato il migliore prodotto ed è stato creato il blend che è stato affinato in barrique per 12 mesi. Il vino si presenta di colore rosso rubino intenso con sfumature granato. Il profumo è di frutti a bacca rossa, mora, spezie che ricordano la vaniglia, tabacco e pepe  nero, e un nota balsamica ne completa il profilo olfattivo. Al gusto il Mille968 è estremamente elegante, morbido e avvolgente con un tannino setoso, gentile e allo stesso tempo potente. Risulta fresco e molto persistente. Qualche dato più strettamente tecnico: ph 3,38; anidride solforosa libera (iodometrica) mg/l 24; anidiride solforosa totale (iodometrica) mg/l 88; acidità totale g/l 6,0; titolo alcolometrico vol % 13,22; estratto secco totale % 29,7.

Mille968 viene proposto, con l’originale etichetta realizzata da Alessandro Grossi, in un formato inusuale per le denominazioni della Toscana e delle Colline Lucchesi: la bottiglia borgognotta, proprio per dare un connotato diverso e un taglio più internazionale all’iniziativa.

Un vino la cui storia comincia adesso, e che è comunque destinata a una costante evoluzione. Potrà variare il numero dei partecipanti, potrà cambiare anche il blend delle uve, perché, per assecondare al meglio l’idea di partenza e le indicazioni dell’enologo, questa è la strada  più consona per creare di volta in volta il cru delle Colline Lucchesi. E non necessariamente saranno etichettate tutte le annate: si è cominciato con il 2013, stagione che nel territorio ha offerto particolari condizioni, ma non sarà prodotto il 2014 perché la stagione non è stata buona, con le lunghe piogge di metà estate (dei tre “fondatori”, ad esempio, Colle di Bordocheo non ha prodotto il suo Picchio, nel 2014).

Grande attesa, invece, c’è già per quello che sarà il Mille968 dell’annata 2015: questo, del resto, verrà proposto sempre come un vino destinato all’invecchiamento, a ricordare a lungo nelle cantine l’impronta più decisa delle Colline Lucchesi.

Un vino, insomma, decisamente innovativo, con una marcata impronta internazionale, destinato a clienti selezionati tra ristoranti ed enoteche, senza preclusioni né limitazioni di orizzonte.

 

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