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Dieci buoni motivi per dire "NO" al referendum

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Di Umberto Cecchi

…’evidi la gran bestia attorcere la coda e spazzare via la folla piangente…e il fuoco guizzare sui loro corpi ….’

Insomma, sembra l”Apocalisse’ e Renzi, assieme alla stampa italiana, sembra Giovanni a Patmo che racconta i disastri e la perdizione di credenti e non credenti. Il No è la fine del mondo, la fine dei sogni che in realtà non ci sono, la fine – magari – del sodalizio europeo, la fine di ogni speranza, sia economica sia democratica, sia – come invece spererebbe Renzi – autoritaria. Un Sì, invece, basato su una riforma portata avanti da azzeccagarbugli della grammatica e da una giurisprudenza teleguidata, che non ha rispettato in nessuna delle varie fasi di approvazione, le regole stabilite da una società che un tempo era civile, ora non più. Ma si può scrivere e approvare così una costituzione? Pare di sì.

In realtà io sapevo che: la riforma della costituzione nasce dal popolo- quindi su pressante richiesta delle Camere. Questa invece nasce da un dictat di Napolitano, viene redatta su volontà del governo, e il governo ha minacciato crisi drammatiche e continue e ha messo ogni volta voti di fiducia per tirarla avanti. Cosa ineccepibile: il Governo infatti non detta la costituzione, la subisce e la rispetta. Qui invece si è ricorsi a mezzi incredibili – come la sostituzione di membri di commissione che non rispondevano al volere imposto dall’esecutivo, e al Senato si è ricorsi addirittura al cosiddetto emendamento Canguro, inammissibile in quella sede, per azzerare gli emendamenti già proposti e quindi non discutere ciò che ispse dixit. Ipse in questo caso sta per Boschi, quasi più presuntuosa del suo capofila.

Non è finita qui. Renzi si precipita più volte alle Camere – anche a notte fonda se necessario – per qualche rapida frustata ai ritrosi. De Gasperi, pur se costituente, come presidente del consiglio evitò sempre si occuparsi della redazione della Carta: non era materia governativa, ma parlamentare. Il fatto è che oggi il parlamento non decide, lascia decidere.

Ci sarebbero altro dieci motivi per dire No a questo golpe procedurale. A questa ferita lacerante della volontà popolare, che ha sempre contato poco ma ora conta ancor meno. Badate bene, non motivi politici, ma procedurali che hanno prodotto il battesimo di una Casta vera. Che punta alla inamovibilità. A Renzi non passa mai per la testa che la nuova casta sia lo stuolo che svolazza nelle stanze del potere? Aggiungo solo l’annullamento del Senato: roba da paese dei Balocchi, dove l’omino di Burro inganna i ragazzi, convincendoli di portarli in un mondo di perenne felicità e ricca ignoranza, e invece li fa diventare asini. Si parla di annullamento del Senato. In realtà resta un Senato assurdo di senatori a vita e senatori ‘onorari’, veri e propri revernant, e consiglieri regionali raccattati qua e di là. Possono far poco, è vero, ma le sedie ci sono. Restano.

Come restano intatte le poltrone che costano davvero tanto: quelle dell’enorme pletora di funzionari, alcuni dei quali guadagnano in un mese quanto un commesso della Coop in un anno. Quanto guadagnino e come, invece non lo sappiamo, perché la riforma rimanda ad altro momento le leggi che regoleranno il tutto. Insomma, al grido di risparmio risparmio, si seguita a spendere e tanto. Ma i conti non li abbiamo. Non li sappiamo.
Leggevo un titolo drammatico sulle elezioni americane su un settimanale, era: ‘Trump, una tragedia americana’. Beh insomma, cosa titolare sull’Italia del referendum che comunque vada prevede il disastro? ‘Renzi una tragedia italiana’? Ma almeno Trump lo hanno eletto, a noi è stato negato anche il piacere di eleggere o non eleggere Renzi.

Se il Parlamento avesse operato nella maniera più consona al suo mandato approvando a maggioranza assoluta una riforma da lui stesso proposta e redatta, avremmo infine evitato di spendere la solita esosa cifra da capogiro per fare il referendum e non avremmo spaccato in due il Paese in un clima di Apocalisse per far giocare Renzi a contare le proprie forze. Un clima di preguerra civile.
Ogni tanto mi chiedo, ma che fine hanno fatto gli italiani? I politici italiani, i De Gasperi e Togliatti governanti e uomini di partito duri, di poche parole. Ci si scontrava a viso aperto, non con sotterfugi da azzeccagarbugli. Che avesse davvero ragione Malaparte? ‘L’Italia è libera, Dio la conservi. Siam tutti servi in libertà’.

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