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Tutti assolti gli ex vertici di Banca Etruria Assoluzione perché il fatto non sussiste (Plazzo della Fonte) mentre non costituisce reato nel caso dei crediti deteriorati

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Assolti gli ex vertici di Banca Etruria nel primo filone d’inchiesta per il dissesto dell’istituto di credito di Arezzo. L’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il dirigente David Canestri sono stati assolti dall’accusa di ostacolo all’autorità di vigilanza. E’ questa la sentenza emessa oggi dal gup del Tribunale di Arezzo, Anna Maria Loprete.

Durante il dibattimento, la Procura di Arezzo – rappresentata dal procuratore capo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore – aveva chiesto una condanna a due anni e otto mesi per Fornasari e Bronchi e una condanna a due anni per Canestri.

Il primo filone d’inchiesta sul dissesto dell’istituto di credito, coordinato dalla Procura aretina, è partito con le indagini alla fine del 2013, dopo che gli ispettori della Banca d’Italia avevano segnalato criticità con rilievi penale nel bilancio 2012 di Banca Etruria.

Questa mattina l’udienza davanti al giudice Anna Maria Loprete si è aperta con le repliche dei difensori dei tre imputati, poi della Procura e quindi dell’unica parte offesa ammessa al processo, la Banca d’Italia.

Al termine della camera di consiglio durata circa due ore, è arrivata la sentenza: assoluzione per Fornasari, Bronchi e Canestri perché il fatto non sussiste nella vicenda del Palazzo della Fonte e perché il fatto non costituisce reato nel caso dei crediti deteriorati.

Secondo la Procura, Fornasari, Bronchi e Canestri avrebbero nascosto alla Banca d’Italia i termini reali dello spin-off immobiliare Palazzo della Fonte del 2012. L’altra accusa riguardava la sottovalutazione nel bilancio 2012 di Banca Etruria dei crediti deteriorati, trattenuti quando già erano divenuti sofferenze, per eludere accantonamenti e quindi l’erosione del patrimonio.

“Giudichiamo inammissibile e vergognosa l’assoluzione dall’accusa di ostacolo all’autorità di vigilanza per l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il dirigente David Canestri. Quello di oggi è un colpo durissimo per i risparmiatori”. E’ il commento dell’Associazione Vittime del Salva-Banche, che riunisce gli ex azionisti ed ex obbligazionisti di Banca Etruria, alla sentenza del gup del Tribunale di Arezzo.

“Fornasari (ex presidente del cda dal 2011 al 2014), Bronchi (ex dg) e Canestri (attuale direttore centrale) erano accusati di aver occultato i crediti deteriorati nel bilancio del 2012 facendoli apparire come crediti incagliati e, quindi, ancora recuperabili – si legge in una nota dell’Associazione – Una classificazione errata che avrebbe sviato, secondo la tesi dell’accusa non riconosciuta dal gup, la vigilanza della Banca d’Italia che pretese poi una ricapitalizzazione evidentemente inferiore al necessario con la conseguenza che la banca aretina fu poi commissariata nel febbraio del 2015 quando gli esponenti di vertice, oggi assolti, erano già stati avvicendati”.

“Oggi apprendiamo che per il gup, invece, ‘il fatto non costituisce reato’ – commenta l’Associazione – Non prendendo in considerazione che proprio questa errata valutazione ha portato alle conseguenze che tutti conosciamo, e all’azzeramento di tanti risparmiatori, raggirati con dolo all’acquisto di tale obbligazioni per ripianare i debiti di una gestione scellerata dei vertici. Vertici che adesso sono prosciolti dalle accuse e che potranno rivestire altri importanti incarichi”.

L’Associazione Vittime del Salva-Banche “si riversa di leggere la sentenza per capire cosa abbia indotto il gup del tribunale di Arezzo ad una sentenza così inaspettata ed in contrasto con le aspettative e le accuse mosse dalla stessa Banca d’Italia che ha multato i 3 imputati a giudizio proprio per ostacolo alla vigilanza”.

“Qualcosa in questa vicenda non torna: o si è nascosto alle autorità di vigilanza i crediti in sofferenza oppure Banca Italia non doveva risolvere la banca e valutare al 17% i crediti in sofferenza – conclude la nota – Che siano a questo punto messe in luce responsabilità ben più alte, ovvero quella di Banca d’Italia e di Consob”.

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