Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo “il ripristino della garanzie per gli investitori obbligazionari che, fidandosi degli intermediatori, avevano affidato i loro risparmi a Banca Etruria finendo per perderli dopo il decreto salvabanche del 22 novembre 2015”.
Nella lettera, il sindaco riprende un concetto espresso qualche giorno fa, “il diverso trattamento riservato agli investitori del Monte dei Paschi che si sono ritrovati in situazioni pressoché identiche a quelli di Banca Etruria e che vedranno rispettate invece le proprie istanze”. Nella lettera, Ghinelli chiede al Presidente Mattarella di intervenire presso il presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro dell’Economia Padoan “perché si adoperino affinché le garanzie riservate agli investitori Mps vengano estese anche a quelli di Banca Etruria”.
E anche secondo ilpresidente della Regione Toscana Enrico Rossi “per Mps e Banca Etruria e Popolari si sono usati due pesi e due misure”. Lo stesso tema era stato toccato nell’omelia di Natale dal vescovo di Arezzo, monsignor Riccardo Fontana. “Cosa diciamo a quei cittadini che nelle obbligazioni subordinate hanno investito gran parte dei loro risparmi? Che lo Stato non poteva intervenire? Eppure lo ha fatto, seppur con grande ritardo, nel caso di Mps. Io mi chiedo anche un’altra cosa: qualcuno pagherà per quello che è accaduto?”, dice Rossi che torna anche a chiedere, come più volte in passato, i nomi delle prime cento società che hanno avuto “prestiti facili per almeno 15 miliardi e che ora non li restituiscono”. Il governatore pone, infine, un’altra domanda, e cioè “se sia vero, come da comunicato della banca, che il compenso di Marco Morelli, ad del Monte dei Paschi, sia di 1,4 milioni? E se, dopo l’ingresso dello Stato con i nostri soldi, debba restare al suo posto con lo stesso esoso stipendio milionario, avendo anche fallito la ricapitalizzazione con fondi privati. Io – conclude Rossi – credo di no. Vorremmo risposte dal governo”.