Home FOCUS sanità Accordo regionale per la professione infermieristica

sanità Accordo regionale per la professione infermieristica

Avatar
670
0

   I Collegi Ipasvi Firenze, Prato e Pistoia, enti istituzionalmente deputati alla funzione di tutela della professione infermieristica, dei professionisti esercenti e dei cittadini fruitori dei servizi sanitari, preso atto della “Bozza di Accordo sanità di Iniziativa ex DGRT 650/16” approvato in Comitato Regionale in data 15/02/2017 rilevano ancora una volta come gli infermieri siano stati relegati a un ruolo “mansionariale”, subordinati e coordinati dai medici di medicina generale secondo una visione retrograda rievocativa di antichi retaggi di ausiliarietà.

Si rileva innanzitutto che nella stesura della bozza, nonostante in essa si faccia più volte richiamo alla professione infermieristica, anche attraverso un linguaggio politico giuridico non sempre adeguato a una professione intellettuale ex art 2229 c.c, nessun ente di rappresentanza degli infermieri è stato coinvolto, omettendo ancora una volta i principi che ispirano le leggi del Sistema Sanitario Toscano, togliendo agli enti pubblici ordinistici il loro ruolo propositivo per l’evoluzione della professione a garanzia della qualità dell’assistenza erogata ai cittadini.

Prendiamo inoltre atto, con rammarico, che nella bozza di accordo in oggetto la figura dell’infermiere viene posta in una posizione di subordine rispetto a quella medica per quanto riguarda presa in carico, pianificazione e programmazione dell’assistenza. In particolare si lamenta il fatto che l’accordo utilizzi un linguaggio che fa trasparire una dipendenza dell’infermiere nello svolgimento della propria professione che diversamente la normativa definisce “autonoma” e nelle aziende pubbliche afferisce a un proprio dipartimento infermieristico-ostetrico con il quale l’Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali) deve programmare le attività di assistenza infermieristica e di supporto.

Gli infermieri sono tenuti a collaborare per la creazione di una rete assistenziale appropriata e sostenibile per la tutela della salute conseguente alla presa in carico delle cronicità presenti sul territorio. Riteniamo pertanto fuori luogo essere gestiti dai medici.

Con questo accordo si mutua il modello ancellare ospedaliero ormai messo in discussione anche dai rappresentati delle associazioni di cittadini.

Inoltre nella bozza di accordo, all’interno del capitolo inerente le professionalità coinvolte e i rispettivi ruoli si configura una difficoltà nell’identificare con precisione il ruolo dell’Infermiere e degli Oss, mischiando i compiti delle due figure in una sola mera elencazione delle attività previste. Tale elenco ricorda l’ormai abrogato mansionario infermieristico in vigore fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso.

Alla luce di quanto sopra e in ottemperanza alla Direttiva Europea 55/2013 recepita dall’Italia con il D.lgs 28 Gennaio 2016 n. 15 avente a oggetto l’attuazione della Direttiva 2013/55/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio recante modifica della Direttiva 2005/36/CE e del Regolamento UE n. 1024/2012 nonché per il mandato conferito a Ipasvi si propone:

  • Che l’accordo con MMG riporti citate le reti organizzative cui le Aft dovranno programmare attività multi professionali e interdisciplinari in aderenza ai bisogni dei cittadini (dipartimenti aziendali e interaziendali);
  • Di togliere da un accordo di natura sindacale mono professionale qualsiasi riferimento a livelli di subordinazione o di mansionario di altre professioni;
  • Di esprimere un modello organizzativo dove Aft e i medici che vi operano considerino il lavoro in equipe multi professionale ed interdisciplinare un vero vantaggio per i cittadini e non un privilegio per i medici (definire i processi ed i percorsi oltre esiti attesi standard mix professionisti / cittadini);
  • Revisionare il rapporto di 1 infermiere ogni 10.000 cittadini nella sanità iniziativa impegnando il Dipartimento Infermieristico-Ostetrico a programmare e organizzare le attività necessarie secondo criteri di complessità assistenziale e di competenze richieste. Procedere inoltre ad organizzare, con Servizio Sociale, attività degli Operatori Socio Sanitari;
  • Istituire protocolli d’intesa aziendali per il lavoro professionale interdipartimentale tesi a condividere sistemi informativi, relazioni ed esercizio professionale in equipe con indicatori di esito sui servizi e percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali.

Il Collegio di Firenze auspica una revisione dell’accordo e perciò s’impegna a seguire con attenzione l’evoluzione del percorso. Le istituzioni politiche debbono comprendere che la fase economica sociale non permette ulteriori divisioni fra le professioni sanitarie. Occorre invece tendere a una fattiva collaborazione fra le stesse nell’interesse dei cittadini.

Info: www.ipasvifi.it

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui