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Tristezza per la morte del turista in S.Croce, Tre avvisi di garanzia per la caduta della pietra

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 Tre avvisi di garanzia sono stati notificati dalla procura di Firenze ai vertici dell’Opera di Santa Croce per la morte del turista spagnolo colpito dall’alto da un frammento staccatosi all’interno. Lo riferisce l’Ente, precisando che risultano avvisati il presidente Irene Sanesi, il segretario generale dell’ente Giuseppe De Micheli e il responsabile tecnico Marco Pancani. L’inchiesta è per omicidio colposo. Secondo quanto precisa la procura si tratta di atto dovuto in vista dell’autopsia, decisa nel pomeriggio.
   

Commento di Umberto Cecchi

Il nostro patrimonio culturale, le nostre città d’arte e di storia, hanno bisogno di una attenzione particolare. Invecchiano, e invecchiando rischiano di causare drammi come quello di Santa Croce, a Firenze: un turista morto per una pietra che è caduta dall’alto. Le perizie stabiliranno da dove. Il che fa pensare che forse le perizie avrebbero dovuto stabilire prima se e dove la struttura del magnifico tempio, aveva problemi.

Siamo nell’epoca dei monitoraggi, dell’uso di attrezzature capaci di scovare ogni possibile problema strutturale, ma evidentemente ce ne serviamo per altre cose, non per controllare la salute dei nostri monumenti. Che sono quelli che culturalmente fanno grande il nostro paese, e inoltre portano un gettito non indifferente alle casse della Stato. Soldi che molto probabilmente non vengono restituiti alle sovrintendenze in numero tale da permettere loro di eseguire i controlli generali sulle strutture artistiche e architettoniche. Sono da sempre scarse le somme destinate ai restauri di tele e di tavole, poche al recupero di centri come Ercolano  Pompei che da anni sopravvivono credendo ogni volta che vengano rispettate le varie reiterate promesse di recupero e  per il controllo della stabilità dei nostri monumenti. L’industria più attiva del nostro trascurato Paese.

Un morto per un incidente come quello di Santa Croce non solo rattrista – in Italia si viene per provare il piacere della scoperta, non per trovare la morte – ma rischia anche di mettere in crisi il nostro turismo.

Insomma, in questo Paese, dove un ministro sciopera in difesa di una formula fatua come lo ‘ius loci’, che tutti gli altri – o quasi – affrontano quando l’interessato ha 18 anni, dandogli così la possibilità di scegliere se avere la nazionalità del luogo di nascita o quella della famiglia di origine, non si trova mai uno scampolo di ministro che scioperi per protestare contro la cattiva amministrazione e le cose non fatte. E contro i pericoli ai quali va incontro la gente. E lo stesso vale per il parlamentari, branco di pecore sparse  eternamente incerte su quale fronte politico spostarsi per sopravvivere, ma incapaci di occuparsi a far sopravvivere bene il Paese. Come lavorare per la difesa del territorio alluvionato, disgregato, offeso da impeti della natura causati da un cattivo trattamento dell’ambiente.

Tito Boeri presidente Inps predica per decurtare le pensioni, si agita per avere più immigrati, che poi nessuno fa lavorare e lo Stato dovrebbe mantenere per evitare criminalità, entra in fibrillazione un giorno sì e uno no, dichiarando le cose  più improbabili. Tutto questo per dire che a forza di scioperi di ministri, di minacce di presidenti di quello o quell’altro settore statale o parastatale, di distrazioni e omissioni, siamo arrivati a mandare in pensione gente a settanta anni a non  avere più una assistenza sanitaria seria, a essere ignorati, come poveri sudditi senza voce – visto che i parlamentari parlano per se stessi e non per noi – e ad avere opere d’arte incontrollate. Come Santa Croce, che non è un neo della nostra cultura. E’ uno dei momenti chiave, non tanto e non solo per le ‘urne dei forti’,  ora che si torna a parlare di Patria, ma per quel che rappresenta nella nostra economia turistica.

L’Italia se ne va, sputtanata e derisa nel mondo. Ma non è colpa dell’intero paese, ma di un pugnello di ignavi, incapaci di far politica, di gestire la cosa pubblica, di fare le scelte giuste al momento giusto. E nessuno che si imponga chiedendo rispetto per gli uomini e le cose.

Che resta? Una richiesta di perdono per le vittime? 

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