“La sfida nei collegi sarà tra noi, i Cinquestelle e il centrodestra a trazione salviniana: voti diversi rischiano di essere dispersi, andrebbero a formazioni che non hanno alcuna possibilità di vincere i collegi. Un voto di una forza dal 6% rischia di non andare da nessuna parte”. Lo afferma il coordinatore della segreteria del Pd Lorenzo Guerini in una intervista alla Stampa nella quale definisce una “sintomatologia da sindrome di Stoccolma” l’affermazione di Pierluigi Bersani di essere pronto a parlare, dopo il voto, con il Movimento cinque stelle.
Guerini ribadisce che “candideremo, insieme alla coalizione, le figure migliori collegio per collegio” e guardando a Liberi e Uguali osserva che si tratta “di pezzi di ceto politico che hanno deciso di accasarsi diversamente per mozioni ideali o in altri casi per mero posizionamento”. Grasso? “Ognuno risponde alla propria coscienza e della propria coerenza”, risponde. Investire Gentiloni del ruolo di guida della coalizione? “Arretrare sarebbe una mossa sbagliata. Renzi non è solo il segretario del Pd in virtù di un risultato congressuale ma anche perchè la sua è una leadership riconosciuta nel Paese. E se guardo alle alternative in campo nella destra e nei cinquestelle, mi pare che questa percezione sia ulteriormente confermata”, conclude Guerini.
