Mi spiace non ricordarmi a chi rubo l’immagine dei Ragazzi della Via Pal per definire le imprese del Giglio Magico di cui tanto si è tornato a parlare in questi giorni grazie, suo malgrado, a Maria Elena Boschi. La similitudine l’ho letta su Facebook; forse ricordo l’autore, ma non sono sicuro. Perciò niente citazione, ma neppure appropriazione indebita da parte mia.
Nel capolavoro di Ferenc Molnar, i ragazzi di via Pal combattono sotto un capo supremo, Borka ed hanno di particolare che nel loro esercito sono tutti graduati, salvo un solo soldato. Ed il romanzo è dai più letto come “denuncia della mancanza di spazi per il gioco dei più giovani” i quali sono, oltretutto, “vittime psicologiche dell’ingiusta violenza del “sistema guerra” tipico degli adulti.”
Suona tutta un’altra musica il capolavoro di Matteo Renzi, che consiste nell’essere diventato, a meno di quaranta anni, prima Presidente della Provincia e Sindaco di Firenze e poi Segretario PD e Presidente del Consiglio. Anche i ragazzi del Giglio magico, la Via Pal di Renzi, sono carichi di onori, prebende e gradi. Ma non si può dire che abbiano avuto troppi problemi a guadagnarsi i loro spazi di gioco dai vecchi; ed il “sistema guerra” tipico degli adulti sembrano averlo imparato già da bambini. Ancora una volta, rubo ad altri le parole che meglio descrivono la genesi del Giglio Magico: “Li ha presi dal nulla e li ha portati nell’Olimpo, nella cabina di comando. Ministri, ViceMinistri, Sottosegretari. Nessuna competenza di governo della cosa pubblica fatta nelle Istituzioni, nessun percorso lavorativo nella società civile. Questi hanno rappresentato il “nuovo” dopo l’epoca della rottamazione. Dovevano avere un solo requisito : l’adorazione per il Capo. Lui garantiva per tutti, ora il sogno è finito. Lo aspetta lo schiaffo più doloroso, quello di un resuscitato, da lui medesimo, dalla sua boria , dal suo ego senza confini, dalla sua intima convinzione di essere il più furbo di tutti……tutta colpa di troppa Playstation”.
Sono parole di Graziano Cioni, che la storia la conosce bene. Conosceva da vicino Matteo quando ancora era “solo” presidente della provincia di Firenze. Ed avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi: non solo fiorentini ma addirittura italiani. Quando si aprirono le “primarie” per designare il candidato a Sindaco della città del Giglio, Cioni era non solo un candidato. Era il favorito, a dare credito ai sondaggi. Avrebbe comunque potuto determinare un risultato diverso con la sua sola presenza. Malauguratamente per lui, gli arrivò un avviso di garanzia: un’accusa che, dopo otto anni e tre gradi di giudizio, venne dichiarata infondata. Ma fu sufficiente per indire un’assemblea del PD che in realtà era un plotone di esecuzione. E infatti venne moralmente fucilato nonostante la sua orgogliosa autodifesa e nonostante l’astensione proprio dei renziani. Cioni non può essere accusato di pregiudizio antirenziano: caduta la sua candidatura, dette il sua appoggio a Renzi perché diventasse sindaco. E lo stesso feci io, per quel poco che potevo.
Ora, il fuoco incrociato su Maria Elena Boschi ed altre vicende mi inducono a pensare che i Ragazzi di Via Pal del Giglio Magico non riusciranno a difendere vittoriosamente il fortino assediato, come nel romanzo di Ferenc Molnar, ma che, piuttosto, siano giunti al capolinea. Resta l’amarezza per una avventura che poteva dare una scossa salutare al Paese. Avrebbe, addirittura, potuto superare gli errori e la sconfitta nella sciagurata campagna del referendum costituzionale, se solo Renzi avesse accolto il consiglio di mettersi da parte per un po’ di tempo. E, invece, sta finendo nel peggiore dei modi.