Ed eccoci al voto. E’ passato quieto, il silenzio, non si sono sentiti proclami arrivare dal giardino zoologico della politica, che è sotto protezione della associazione per la difesa delle rarità che vanno a sparire. Insomma, niente proclami ma migliaia di messaggini telefonici, foto, inviti a votare questo o quel partito. E va detto che tutto sostengono d’essere soli a poter salvare il paese. I soli a possedere la verità assoluta: Siamo avvolti da una puerilità offensiva eppure nessuno ha riso delle promesse dei candidati, né dei tentativi di spiegazione del meccanismo del voto, antidemocratico, e, peggio ancora, offensivo per l’intelligenza che dovrebbe avere un legislatore. Il rosatellum è quanto di più idiota abbia espresso la nostra politica, quanto di meno c’è di razionale e democatico. Certo andiamo a votare, ma facciamolo consapevoli di non compiere un diritto-dovere ma solo un ‘rito’ utile a vestire di una polvere d’attendibilità una sceneggiata. Quasi una respirazione artificiale a un corpo che sparisce.
Mai sentito in sessant’anni di giornalismo tante voci impegnate a dir nulla. Nessuno dei candidati ha affrontato seriamente i problemi del paese. Spiegare che abbiamo bisogno di più lavoro e meno ladrocinio fiscale, meno burocrazia sciocca inutile, utile solo a difendere l’unica vera classe sopravvissuta alla moria di classi del nostro paese: quella dei burocrati. Promettere una scuola seria che sia tale dalle elementari all’Università, dove non governino ignoranza e genitori assatanati nella difesa del loro genio cretino e maleducato, e tornino professori che meritino quel titolo. Nessuno che ci abbia assicurato che il mondo della produzione non verrà strangolato prima ancora di nascere e seppellito sotto cumuli di carte e tasse. Che la nostre industrie non verranno svendute, né chiuse come quelle per l’acciaio che si spera potrà di nuovo tornare a essere un nostro prodotto da esportazione. Chiedete ai disoccupati di Taranto e Piombino quanta gente sia disperata perché non si è saputa amministrare la sicurezza, demandando il compito ai magistrati che hanno avuto un colpo di genio. Proibire. Tutto. Semplice no? Quando l’America del 1930 moriva di fame, lo Stato non lasciò parlare i giudici, indisse avori pubblici: eliminò la disoccupazione e inventò un paese nuovo: più ricco. Sia per i residenti che per gli immigrati. Noi agli immigrati, fatti arrivare senza alcun raziocinio, diamo un sorta di diaria senza dargli un lavoro.
Potrei continuare elencando le cose delle quali ha bisogno l’Italia per farla finita con lo sghignazzo d’Europa nei nostri confronti e verso i nostri governanti. Avete notato? La nostra politica la decidono gli altri, oltralpe, non certo membri del nostro Parlamento esautorato, incapaci di esprimere nuove teorie, a districarsi dai giochi di ‘scambio’ di poltrona. Da destra a sinistra pur di mantenere il posto. Ma di perdere la faccia nessuno ha paura. Senza parlare dei principianti della politica e spesso della vita, che siedono da anni nei vari governi che si succedono. E più passa il tempo più sono principianti. Dite che non è vero? Ma avete mai sentito parlare alcuni candidati premer? Avete mai pensato che potrebbe essere loro a gestire il governo di questo paese che ha sempre dovuto sopravvivere fidando nelle forze dei cittadini, non dei governanti. L’Italia non è ancora un’espressione geografica solo perché esistono gli italiani. Quelli condannati a vivere solo sulle proprie forze, sulla loro intelligenza contro lo Stato che li boicotta.
Riflettiamo su tutto questo, che non è populismo, perché non mi piace il populismo né chi lo rappresenta; non è antisinistra, perché la sinistra è stata strangolata in un ‘sinistricidio’, un auto olocausto che ha lasciato solo qualche sopravvissuto smarrito confuso, attonito di vedere un partito di sinistra frugare nelle tasche di pensionati con cinquecento euro di reddito, gridare che l’immigrato non si tocca, ma lo si lascia dormire sotto i ponti, fra la neve. Né è una voglia di destrismo senza idee, e sempre più inciuciato con Renzi, perchè votando Berlusconi è votare Renzi, e viceversa. Unico sistema per governare, si mormora fra le vecchie mura del Nazzareno dove lo scolopio italianista padre Pietrobono insegnava il Dante di ‘ahi serva Italia di dolore ostello- nave senza nocchiero in gran tempesta- non donna di province, ma bordello’.
Mi hanno chiesto stamani: come andrà a finire? Non lo so. Se dovessi azzardare un pronostico direi che alla fine dovemo tornare alle elezioni. Ma chi sa? C’è sempre la possibilità ultima con la quale da anni sopravvive questi nostro paese: avere un governo del Presidente. Magari guidato da un signore gradito dalla Germania o da Parigi. Sic transit gliria Italiae.