Dunque, partiamo dallo scontato: ha preso più voti il partito dei ‘5 stelle’.
Si è piazzata al primo posto la coalizione Lega Forza Italia,
Si è disgregato il Pds, ultima metamorfosi dello storico Pci.
C’è un affermarsi di antieuropeismo che soffre di una egemonia franco-tedesca, ma tuttavia credo che entrambe sappiano che senza un’Italia compatta e forte siano guai.
Queste elezioni ci dicono: che la gente ha paura e vuole sicurezza, che la gente è stufa dei ladrocini di Stato come tasse esose pagate tre volte con nomi diversi, non ne può più d’una burocrazia che ferma l’economia fa fuggire aziende e investitori, che tutti sono stanchi di sentir parlare di immigrazione come salvezza del paese, senza far nulla per dare alla medesima una regola.
Sorpresa? Affatto. Con il voto al referendum istituzionale tutto questo era già preavvertito: Gente stanca, seccata, stufa d’essere ignorata. Se Renzi l’avesse capito, invece di creare il suo partitino personale, che gli ha garantito di reggere a malapena in Toscana, con gravi perdite, oggi sarebbe stato un leader: Aveva tutto: età, ambizione, mentalità politica. Ma ha peccato d’orgoglio, si è autonominato statista senza esserlo. E si è chiuso in un bunker guardato dai pretoriani del ‘giglio magico’ che hanno contribuito a metterlo nudo di fronte al paese. Di fronte a una Toscana rossa della quale rimane oggi un vago sbaffo di rossetto. Come il segno d’un patetica bacio d’addio.
A guardar bene questi risultati emerge una sorta di transumanza elettorale: la Lega prende voti a Forza Italia e si allarga nel Paese; i ‘5 stelle’ prendono voti al Pd, e non s capisce più troppo bene chi sano e con chi potranno allearsi; il Pd a sua volta ha bisogno dei una nuova leadership che non si intravede all’orizzonte. Credo che debba essere proprio il Pd a riconoscere con freddezza politica e non con ipocrisia di comodo i propri errori. Se al Nazareno smetteranno di alternarsi ai microfoni spiegando che in fondo è andata meglio di quanto pensavano e che dunque la sconfitta è una vittoria: mentono a se stessi e tradiscono i votanti.
Se Renzi capisce si dimette: ha quarant’anni e ha tempo di rifarsi. Ma si deve momentaneamente auto rottamare. La sua storia recente è una succedersi di sconfitte. Deve darci un taglio e, sia pure a fatica, ripartire.
Ciò detto bisogna capire se reggerà e come reggerà la coalizione di destra vincente, all’interno della quale non mancano contraddizioni di fondo, sia politiche che intellettuali e strategiche . E bisogna capire con chi faranno alleanza i ‘5 stelle’ ammantati in quel loro trionfante isolazionismo leibniziano. ‘Ora tutto dovranno venire a noi’ ha detto un rappresentante di questo partito. Forse sarebbe stato meglio chiarire con chi vorrebbero andare loro. Che da soli sono tanti, ma non bastano. Devono allearsi. E una volta alleati debbono essere il grado di formare un governo. Cosa possibile ma non facile.
Allearsi con la Lega facendo saltare l’accordo con Berlusconi?
E questa possibilità remota ma non impossibile, e rischia di portare quelle grandi intese delle quale si parlava prima del voto: un vasta coalizione Berlusconi Renzi, alla tedesca, che sconvolgerebbe ancora di più il meccanismo della politica italiana. Tutti ricordano bene di quando il Pd, o come si chiamava allora, sosteneva che il Cavaliere era un demone e un puttaniere e gli aizzava contro la magistratura per ‘eccesso di coiti’. E tutti ricordano come per il Cavaliere il Pd era sempre il Pci, la rovina del Paese, il peggio del peggio. E’ vero che Denis Verdini nelle vesti di un rinato padre Virginio Rotondi, gran convertitore d’anime, aveva compiuto il miracolo del Nazareno, pronubo San Giuseppe Calasanzio, genius loci di quell’ambiente a lungo sede delle Scuole Pie romane, a far un patto d’alleanza. ma il vecchio odio fra i due gruppo era noto a tutto. Governare assieme? Tutto è fattibile per la salvezza del Paese e della poltrona. Ma sarebbe davvero una salvezza o un de profundis per i due schieramenti?
Se ben conosco Tajani, soffrirebbe molto per un’intesa del genere.
Insomma staremo a vedere. Avremo un governo eletto dal popolo o ancora una volta un governo del Presidente che ignora il voto degli italiani, rendendolo inutile? Bella responsabilità per Mattarella. Il suo predecessore scelse Monti, il peggio per l’Italia, poi Renzi, poi finalmente diventò emerito. Ma troppo tardi.
Avemo ormai una prima idea di quello che sarà, prendendo visione della elezioni dei presidenti di Camera e Senato, sia osservando chi il Presidente della Repubblica convocherà per prima al Quirinale, se la coalizione o il partito con più voti’.
Una cosa ci fa piacere comunque, ci libereremo delle banalità politico sociali della Boldrini. Quale presidente della Camera.