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Turismo in libertà. Boom per vendite e export. Val d’Elsa leader nella produzione

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La libertà come stile di vita, la scoperta di angoli sconosciuti in piena autonomia ma con la comodità di una ‘casa mobile’, il lusso di dover obbedire solo ai propri desideri sfuggendo alle costrizioni e alla noia di mete troppo battute: sono i vantaggi della vacanza in camper, una modalità di viaggio che nel nostro Paese è tornata negli ultimi anni alla ribalta affermandosi come motore trainante del settore turistico. A confermarlo è il Rapporto Nazionale sul Turismo in Libertà in Camper e in Caravan, presentato oggi a Roma dall’APC – Associazione Produttori Caravan e Camper, che evidenzia numeri interessanti per il 2017: un vero exploit per la produzione italiana di autocaravan aumentata del 43% rispetto al 2016 (21.712 le unità prodotte), con +20% di nuove immatricolazioni e un’impennata nell’export (+85%) per un fatturato annuo superiore a un miliardo di euro.

Un andamento positivo che prosegue anche nel primo semestre del 2018, con la crescita del 13% nella produzione e del 16% nel mercato del nuovo, in un settore che vede impiegate oltre 7000 persone (dirette e indotto). C’è da dire che l’Italia, con i suoi borghi da scoprire e il paesaggio capace di cambiare continuamente volto, è una meta ideale per gli appassionati del turismo in libertà: ogni anno sono più di 8,4 milioni i camperisti italiani e stranieri che visitano il nostro Paese, perdendosi tra le bellezze di un territorio ricco di storia, arte, natura e prelibatezze enogastronomiche.

 “Il camperista è un turista educato, ecologico, che apprezza e compra i prodotti del territorio: basta vedere i dati di spesa”, ha detto Simone Niccolai, presidente di APC, “per questo stiamo facendo una battaglia culturale, per convincere gli enti locali che realizzare aree di sosta per accogliere i camper conviene”. “Il veicolo ricreazionale è concepito per la vacanza, non per altri scopi”, ha proseguito, “la nostra associazione sta lavorando per farsi conoscere e per incrementare le convenzioni. Per esempio in alcune regioni come Toscana, Umbria e Piemonte sono nate convenzioni con aziende agricole per far sostare e mangiare i camperisti”.

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