Nella foto il mezzo della Iveco Crealis di produzione italiana che potrebbe collegare Bagno a Ripoli, Coverciano e Galluzzo senza impatto ambientale. In funzione entro un anno.
Il governo spinge sulle trazioni alternative
A fine dicembre è stato dato il via libera in conferenza unificata al Dpcm (Decreto del presidente del consiglio) che approva il Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile per il rinnovo del parco autobus di Regioni e città metropolitane con mezzi a basso impatto ambientale. Un piano che si concretizza in uno stanziamento di 3,7 miliardi “spalmati” da quest’anno al 2033. 2,2 miliardi sono destinati alle Regioni, 1,5 miliardi andranno alle città metropolitane. L’obiettivo è incentivare il ricambio del parco autobus attraverso veicoli elettrici (a batteria o a idrogeno) nei centri urbani e a metano nelle aree suburbane. Viene menzionata la possibilità di incentivare, per una quota pari all’80%, l’acquisto di nuovi bus elettrici. Le Regioni potranno realizzare studi per la trasformazione del trasporto in elettrico. Quanto alla mobilità extra-urbana, si prevedono incentivi fino all’80% delle spese per l’acquisto di bus a metano, mentre per le aree meno dotate dal punto di vista infrastrutturale si prevedono sostegni ai veicoli ibridi. Nel frattempo, a partire dal 1 gennaio 2019, è entrato in vigore il divieto di circolazione per gli autobus Euro 0.
Un terzo delle risorse al sud
Le risorse del Piano, si legge nella nota diramata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, verranno erogate in 3 periodi quinquennali a partire dal 2019, in base a criteri prefissati (che terranno conto ad esempio del numero di passeggeri trasportati e del numero di mezzi circolanti) su tre graduatorie distinte: una per i comuni capoluogo di città metropolitane e Comuni capoluogo di provincia ad alto inquinamento di PM10 e biossido di azoto; una per i comuni e le città metropolitane con più di 100.000 abitanti; una per le Regioni. Il Dpcm, atteso da tempo e che il Governo sta ora portando a termine, prevede inoltre che al sud debba andare non meno del 34% delle risorse stanziate.