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Nardella rispolvera ancora le Cascine e punta sulla tramvia per Bagno a Ripoli di Umberto Cecchi

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di Umberto Cecchi

Il daimon di Firenze si chiama tramvia. In qualsiasi modo la si guardi è contrastante. Nei bar negli atenei e nelle sedi dei partiti politici che sono – si fa per dre – le massime espressioni della città, se ne parla in maniera contrastante: per alcuni è un valore aggiunto per altri un dramma ulteriore per la città per altri ancora un spesa assurda che non ha snellito il traffico, ma semmai lo ha ulteriormente rallentato e in più punti, quasi bloccato. Come in certo tratti prima di arrivare a Careggi. E appena il  dibattito si attenua – ci si abitua a tutto nella vita . ecco che c’è chi lo rinfocola, studiando e annunciando la nuova tratta: bagno a Ripoli Firenze. Un assurdo: basterebbe un rinnovato e potenziato percorso Ataf con mezzi elettrici che farebbe risparmiare miliardi che servirebbero ad altre cose nel campo sociale, per  italiani e per immigrati: abitazioni, interventi d’emergenza, pasti. Accogliere lo ripeterò sempre, non significa aprire le porte alla disperazione, ma sostenere che si accoglie senza togliergli la dignità. Cosa che i buonisti non considerano: si gratificano battendo le mani a se stessi e alle loro buone intenzioni.

Ma la terza linea si farà: Nardella l’ha annunciata e cosa sia. Difficile dire anche in questo caso, se lo ha fatto così velocemente per assicurarne la realizzazione, una volta approvata, chiunque comandi domani, o perché a elezioni avvenute, se qualcuno dovesse prendergli il posto, erediterebbe le sue brave gatte da pelare: altri anni di lavori stradali, ingorghi, inquinamenti: ore rubate al riposo. Trionfo di una economia che viene incontro a ditte e a lavoratori non toscani. La rabbia della gente.

L’altro problema, vecchiotto anzichennò è quello delle Cascine: questo patrimonio lasciatoci  in eredità  è stato ridotto dalla nostra cultura di moderni creatori di benessere, a un lupanare a cielo aperto. Un  centro internazionale di spaccio, una sorta di nascondiglio per chi vive ‘alla macchia’. Gli esempi delle ultime settimane non sono novità, solo che nel frattempo si sono sviluppati, hanno trovato nuovi e più duri operatori del vizio, creatori di insicurezza, un circolo di emarginati manovrati dalla malavita organizzata e no che sia. Qui lo spaccio è aperto: va dal materiale da sniffo e quello da iniettarsi, allo smercio più truculento del corpo umano, sia maschile che femminile, a tutta una serie di reati contro la persona  fino alla schiavizzazione di creature acquistate sul mercato libero della compravendita di carne umana.

E qui le colpe sono davvero tante e di tanti, troppi responsabili della nostra civiltà, della nostra sicurezza. Non solo del comune che le Cascine deve gestirle in modo più serio, ma anche dei responsabili dell’ordine pubblico nella loro totalità, nessuno escluso. Nardella dice che metteranno più luci, io metterei più servizi di controllo. Più centri d’assistenza. Ricordo l’invivibile Central Park della mia gioventù:  con l’avvento del sindaco Giuliani il parco tornò a vivere. Oppure rimedio estremo: i parchi inglesi che sono stati cintati e la notte sono inaccessibili. Alcuni consiglieri di Berlino hanno chiesto e ottenuto una sede di polizia fissa a nord ed est del Grosse Tiergarte.

Certamente il comitato per la scurezza della città si occuperà ogni tanto di questi problemi che richiedono mezzi e uomini ma  anche impegno e volontà di fare. Certo la colpa più grave ce l’hanno i fiorentini: i cittadini, i consigleri di quartiere e comunali, i parlamentari eletti e troppo occupati questi ultimi a cercare di sistemarsi in qualche buona lista elettorale e che parlano parlano parlano,  e promettono anche ma alla fine non fanno.     

Chi salverà le cascine?

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