di Piero Campani
Che strizza al cuore nel vedere passando giornalmente davanti al giardino della Fortezza da poco dedicato a Oriana Fallaci i prati deserti con gli accessi alla vasca presidiati da spacciatori. Non voglio arrivare agli anni 1960, ma solo agli anni 1990 per capire il degrado che questo angolo di paradiso dove arrivavano da gran parte della città per lasciare in libertà i piccoli. E poi c’erano i famosi Grilli con mamme e nonne in attesa alla consegna per accaparrarsene uno per far zittire il piccolo. Per i piccini i babbi correvano accanto per evitare che andasse a sbattere contro persone, alberi o griglie della vasca.
Non parliamo di tempi eroici, ma solo di 20 anni fa
Poi sono arrivati i lavori della tramvia che hanno isolato il giardino intitolato alla Fallaci. In massa mamme, nipoti, nonne, baby sitter hanno traslocato in piazza indipendenza dove è stato creato uno spazio per giovanissimi. Pieno, tanto che fra poco sarà obbligatorio prendere il numerino per entrare. E la Fortezza deserta. Anche perché è praticamente impossibile arrivarci se non dove un lungo labirinto attorno ai semafori della zona.
Ho passato gran parte della mia vita di bambino giocando nei prati della Fortezza. Poi quando è nata mia figlia anche lei ha passato i pomeriggi attorno alla vasca assistita dalla nonna con tanti, tantissimi amici grandi e piccoli. Adesso il giardino della Fallaci è un deserto.
Possibile che nella programmazione della cittadino a nessuno sia venuto in mente che avrebbero distrutto uno dei punti di maggiore attrazione per la vita di società. Quando si programma la riorganizzazione della città con una infrastruttura che divide in più parti non solo i quartieri ma anche le singole zone dei quartiere. Quando un solo componente di questa riorganizzazione mette sotto i piedi il resto vuol dire che che qualcosa che non va.