Vladimir Putin invoca una stretta sull’immigrazione, senza citare, come ragione, l’attentato alla sala da concerti Crocus costato la vita a più di 140 persone ed eseguito da un commando di tagiki. E’ quindi necessaria una “riforma complessiva”, con l’introduzione di database biometrici, dal momento che “guardando alle circostanze di certi crimini viene fuori che il sospetto non ha avuto alcun problema a entrare in Russia, seguendo tutte le procedure ed entrando in possesso del permesso di lavoro malgrado tutta una serie di reati, inclusi reati importanti”.
“In seguito, magari questa persona riesce a chiedere la cittadinanza, anche se non sa parlare un russo elementare”. Chi vuole trasferirsi in Russia deve avere l’opportunità di poterlo fare se rispetta le tradizioni del Paese, la lingua e la cultura. Tutto questo accade mentre magari “i nostri compatrioti i cui antenati sono stati educati nel cuore del nostro Paese sono costretti a volte a passare anni per cercare di ottenere la cittadinanza russa”.
“E’ inaccettabile usare i recenti tragici eventi come pretesto per provocare scontri etnici, xenofobia, islamofobia e altro di simile”, ha aggiunto Putin in un intervento al ministero degli Interni. In un recente incontro con l’Fsb e con l’Ufficio del Procuratore generale, Putin ha sottolineato la necessità di combattere in modo efficace manifestazioni di estremismo. “L’immigrazione illegale crea spesso il terreno fertile per tali attività estremistiche e per altri crimini di pari passo con le idee diffuse da diversi falsi profeti e siti web”, ha sottolineato, mantenendo la giusta dose di ambiguità necessaria a continuare a lasciar intendere “la pista ucraina”.
In un intervento al ministero degli Interni, nel corso della giornata, Putin parla anche delle indagini sull’attacco a Mosca. “E’ importante che noi denunciamo sia gli esecutori dell’attentato dello scorso 22 marzo a Krasnogosk, alle porte di Mosca, che tutti gli anelli della catena di responsabilità, incluso chi ha tratto vantaggi da questo crimine. Li prenderemo”, dice.
“Coloro che usano questa arma, un’arma usata contro la Russia, devono capire che è un’arma a doppio taglio”, aggiunge Putin per cui gli assalitori dell’attentato, rivendicato dall’Isis-K, hanno agito per denaro “guidati solo da considerazioni economiche, non religiose o politiche”. Ancora una volta Putin lascia intendere responsabilità di altri oltre l’Isis-K nell’organizzazione dell’attentato che i suoi luogotenenti attribuiscono, senza alcuna prova, all’Occidente e all’Ucraina.