All’uscita il capo della polizia Antonio Manganelli ha ricordato il primo incontro con Vigna quando nel 1975 era un giovcane commissario. “Vigna era una persona straordinaria e questa e’ una percezione condivisa da tutti. Una persona speciale che veniva ammirata da Falcone e da tutti gli altri magistrati”. Così Antonio Manganelli, ha ricordato l’ex procuratore nazionale antimafia. ”E’ stato il primo magistrato che ho conosciuto. Era il 1975 e mi trovavo in un bosco ad indagare su un suicidio”. Un lungo applauso ha accompagnato fuori dalla basilica di San Miniato al Monte il feretro, avvolto in una toga e portato a spalle dai figli e dagli ex uomini della scorta nel carro funebre che lo ha condotto al cimitero di Trespiano: la’ sara’ cremato il corpo dell’ex procuratore nazionale antimafia. Affollata, per l’ultimo saluto, la basilica fiorentina che domina dall’alto la citta’: il luogo giusto per ”fare memoria – ha detto padre Bernardo, che ha celebrato il rito funebre – del bene, del giusto, del bello e del vero che ha perseguito il nostro amico Piero”. Nell’omelia padre Bernardo, priore della basilica, citando la poesia scritta da Mario Luzi dopo la strage di via dei Georgofili del 1993, su cui lo stesso Vigna indago’, ha ricordato l’uomo ”scelto dalla Provvidenza perche’ la giustizia non si negasse agli uomini”, e che ha saputo ”chinarsi sui misteri della nostra sfortunata Repubblica per fare luce”: ai vivi ora spetta ”raccogliere l’eredita’ della sua passione per la verita’, la legalita’ e la giustizia”, ha affermato il religioso, ricordando le stragi ”misteriose e indecifrabili” che hanno insanguinato il Paese. La figlia Simona, con la voce rotta dalla commozione, ha ringraziato per il calore umano e l’affetto ”incontrollato” percepito in questi giorni, mentre l’altro figlio Leonardo ha rivolto ai presenti il saluto affidatogli dal padre per ”il signor cittadino e il signor nessuno”, gli uomini comuni che oggi lo ricordano con riconoscenza.