“Segnalo che il centrodestra è passato, quasi all’unisono, dal candidare Berlusconi al Colle subito dopo il pranzo nella villa di Zeffirelli a sfilarsi e dire ‘evviva Draghi. Forse è il caso di smetterla con questi giochini. Il Quirinale è una cosa seria”. Così Enrico Borghi della segreteria Pd all’Adnkronos.
“Di Quirinale parleremo a tempo debito. La scelta del capo dello Stato è ispirata a principi di terzietà e non viene fatta sulla base del risiko di correnti di partito. C’è il rischio di piegare una istituzione come quella del Quirinale a logiche di fazione e di convenienza di parte. Cosa che dobbiamo evitare”.
Quanto alle affermazioni di Giancarlo Giorgetti su un “semipresidenzialismo de facto” con Draghi al Quirinale, Borghi osserva: “Se Giorgetti ritiene che si debba evolvere verso un sistema semipresidenziale, presenti un ddl e si faccia promotore di una riforma”. Mentre sull’apertura al Ppe fatta dal ministro leghista, il deputato dem evidenzia il persistere di ambiguità del Carroccio.
“Mentre Salvini corre a farsi la photo-opportunity con Bolsonaro in nome del sovranismo, Giorgetti apre all’ingresso della Lega nel Ppe. E’ una semplice divisione dei ruoli tra poliziotto buono e poliziotto cattivo? E’ il solito situazionismo ambiguo per tenere insieme la Lega di lotta e di governo? Oppure – dice ancora Borghi – c’è un disegno per rendere i popolari europei ancillari ai sovranisti sul modello italiano? Ambiguità che non aiutano il governo e non aiutano il presidente del Consiglio”.