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Gas Russia, Draghi: “Da Ue no a tetto prezzo per paura”

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(Adnkronos) – “Per quanto riguarda la dipendenza dal gas russo, l’anno scorso era il 40%: oggi è il 25%”. E’ quanto ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa da Bruxelles. “Ci stiamo preparando per l’inverno, gli stoccaggi stanno andando molto bene” spiega. “Le misure messe in campo dal governo dall’inizio della guerra cominciano a dare risultati. Altri fornitori di gas cominciano a sostituire il gas russo”. “I prezzi dell’energia sono aumentati già prima della guerra”, evidenzia Draghi rispondendo ad una domanda. “L’energia conta per il 40% degli aumenti” dei prezzi in generale. “Se riusciamo a far qualcosa sul fronte” dell’energia “otteniamo un progresso anche in termini di contenimento dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Avevo chiesto che si agisse subito, ci sono stati molti timori. Ho chiesto un Consiglio straordinario in luglio, mi è stato fatto osservare che non abbiamo uno studio su cui discutere. La Commissione ha promesso uno studio, un rapporto completo sul controllo dei prezzi, sul tetto del gas, sulla riforma del mercato dell’elettricità: tutto questo per settembre, da discutere nel Consiglio di ottobre”, afferma il premier. 

”La maggiore obiezione che si fa al tetto sul prezzo del gas è la paura che la Russia tagli ancora di più le forniture” sottolinea Draghi. “Siamo in una fase in cui le forniture in Germania sono al 50% rispetto a prima. Il prezzo è aumentato in maniera tale per cui Putin incassa più o meno le stesse cifre mentre l’offerta di gas da parte della Russia diminuisce”. “Noi siamo stati molto rapidi, nei primissimi giorni della guerra abbiamo assicurato una rete di fornitori all’Italia. Siamo relativamente ottimisti, tutto ciò potrà compensare pienamente le importazioni di gas russo entro un anno, un anno e mezzo. I risultati si vedono anche ora e sono migliori di quello che si aspettasse”, dice riferendosi alla situazione specifica dell’Italia. 

EUROPA – “L’Ue sta crescendo, sta diventando sempre più importante” dice Draghi. “Sta diventando quell’istituzione a cui guardano tutti i Paesi d’Europa come a un’istituzione capace di dar loro stabilità, prosperità e sicurezza”. “E’ un passo straordinario nella storia dell’Unione, è una dimensione che ha acquisito più importanza a causa della guerra in Ucraina” sottolinea. “Paesi che prima non pensavano di entrare nell’Unione oggi vogliono avere rapidamente lo status di candidati. L’Ue ha cominciato a rispondere a questa richiesta, è un salto identitario dell’Unione: è un passaggio storico, in cui l’Ue sta acquisendo un’identità diversa. Il processo per l’ammissione all’Unione rimarrà esigente ma sarà molto meno burocratico”. “L’Ue proietta una propria immagine meno arcigna, meno burocratica e meno fiscale rispetto al passato. E’ molto più aperta e cooperativa. E’ cambiata la disponibilità dei paesi dell’Ue stessa ad aiutare” i paesi che aspirano ad entrare nell’Unione “a compiere le riforme” necessarie per soddisfare i requisiti. 

UCRAINA, GEORGIA E MOLDAVIA – “Questi Paesi hanno deciso che la loro ancora di sicurezza non sta altrove, sta in Europa” ha detto il premier a proposito della candidatura di Ucraina e Moldavia all’ingresso in Ue, mentre alla Georgia viene riconosciuta una “prospettiva europea”. “Non è solo un’ancora di sicurezza, è anche un’ancora di prosperità: per questo oggi parliamo di passaggio storico” conclude.