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Libertà, Don Minzoni, Masaccio si salvi chi può. Auto ammassate, pedoni costretti al senso unico

admin
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La passeggiata breve da via Masaccio fino a Piazza della Libertà, sul marciapiede del viale Don Minzoni, lato sinistro direzione Libertà, ha dimostrato quanto sia difficile la circolazione sia per le auto, con la carreggiata ridotta a una corsia e mezzo, sia per i pedoni, visto che il marciapiede da via Giacomini fino alla Piazza è ridotto a una strettoia che non consente il passaggio di più di una persona per volta.
I negozianti subiscono queste decisioni di Nardella, ma passeggiando si vedono colloqui fra i vari esercenti, che non sembrano estasiati dai lavori decisi dal Comune. Ad esempio che ne dice l’Autoscuola Scotti privata della possibilità di parcheggiare per un raggio di centinaia di metri le sue auto per gli apprendisti automobilisti? Oppure la pasticceria Blasio (ex Giurovich) alla quale è stato eliminato il gazebo per colazioni e consumazioni fuori dal negozio, proprio in vista della buona stagione, così come per gli altri bar che si affacciano sul viale fino alla Piazza.
Per non parlare del ristorante Perseus, al quale è stata tolta la possibilità (chissà per quanto tempo) di sistemare i clienti nel vasto gazebo posizionato sulla porzione di marciapiede ormai occupata manu mulitari dai cantieri imposti da Nardella

Incrociando pomeriggio pedoni, con i quali ho improvvisato lì per lì un senso alternato forzato, sentivo i commenti non proprio entusiasti nei confronti dell’amministrazione comunale.
Ma tanto è tutto inutile, i lavori debbono procedere, le ditte debbono lavorare, ai politici locali non interessa molto dei sacrifici sopportati dai cittadini, in vista di magnificati benefici futuri.
La zona Don Minzoni – Masaccio – Libertà già da molto tempo è interessata (si fa per dire) dai lavori per le varie linee tramviarie e ancor di più sarà sacrificata quando, prima dell’estate (secondo le previsioni di Giani), inizieranno i lavori e gli scavi per il sottoattraversamento ferroviario, che tanto preme ai nostri politici locali.
Se si considera che per due anni il Ponte del Pino sarà chiuso per i lavori di consolidamento e anche il cavalcavia delle Cure potrà assorbire un traffico limitato, visto che si dovrà scavare il sottopasso ferroviario per far passare la tramvia, si prospetta il futuro di una città a lungo tagliata in due.
Vedremo come saranno capaci di rimediare i nostri amministratori. Intanto prepariamoci a organizzarci per sopperire alle difficoltà che innegabilmente dovremo affrontare. Ringraziando sempre chi di dovere.”

Paolo Padoin