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Grillo, Renzi, Berlusconi e Salvini non ci prendano per i fondelli!

admin
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Il loro imbroglio di legge elettorale non sarà utile alla governabilità ma a garantire un controllo simil-militare sugli eletti

O ci hanno preso per stupidi, oppure la loro faccia tosta non conosce limiti. Parlo delle motivazioni addotte dai fautori dell’ennesima legge elettorale auto-conservativa: PD, Forza Italia, Lega e Movimento Cinque Stelle che hanno stretto un accordo per spartirsi il bottino del nuovo scippo alla sovranità popolare. Affermano di volere evitare il proliferare dei partitini attraverso la soglia di sbarramento. E in nome di questo esaltante miraggio, agognato per decenni dal popolo italiano, si aspettano, in premio, il diritto di riservare a loro stessi, cioè ai segretari di partiti notoriamente in debito di democrazia interna, la designazione dei deputati e dei senatori, sottraendone il compito agli elettori.

grillo__salvini__renzi__berlusconiVediamo, dunque, quanto sia fondata la pretesa di assegnare alle leggi maggioritarie con annessa truffa il compito di evitare la nascita di tanti partiti. Non importa andare tanto indietro. Nel 2013, ultime elezioni politiche, i risultati del voto fecero entrare alla Camera i rappresentanti di dieci liste, comprese quelle che ce la fecero con pochissimi voti, per essersi apparentate con liste maggiori. Il sistema elettorale era il “porcellum”, un maggioritario attenuato, tale da incoraggiare le coalizioni, sia per la previsione del premio di maggioranza al raggruppamento vincente, sia tramite l’abbassamento della soglia di sbarramento per le liste coalizzate. Ed ora tenetevi forte. Sapete quante sono le sigle, oggi, rappresentate alla stessa Camera? Sono diciassette, senza contare diciassette deputati che viaggiano a briglia sciolta, cioè non iscritti ad alcuna componente.

La frammentazione si è sviluppata ad esito del voto scontato. Perciò non può essere imputata alla legge elettorale vigente. Con il sistema precedente al porcellum, il “mattarellum”, anch’esso a trazione maggioritaria, si contarono, in un determinato momento, oltre trenta sigle presenti in parlamento. Del resto, fabbricare leggi elettorali a proprio uso e consumo, promettendo la fine dei fastidiosi partitini e che “la sera delle elezioni si saprà finalmente chi governerà per cinque anni”, è una costante della cosiddetta seconda repubblica. Ma il confronto con i quasi cinquanta anni che l’hanno preceduta (dal 1945 al 1994), quando vigeva un sistema elettorale proporzionale con tenui correttivi maggioritari, è impietoso. All’epoca il numero dei partiti oscillava dai sette ai dieci-undici (solo negli ultimissimi tempi).

Prima di essere fatto a pezzi dai talebani delle cause perse, ovunque allignanti, preciso che, come è ovvio, non intendo dire che il proporzionale combatte il frazionismo meglio del maggioritario. La stabilità è frutto di una complessità di fattori: un forte sentimento nazionale, la fiducia nella classe dirigente, etc.  Persino la democrazia interna ai partiti, scarsamente considerata, potrebbe giocare un ruolo decisivo. Quando i parlamentari sanno che tutto si decide nelle segreterie, e che il sistema elettorale non permette di fare leva sulla propria capacità di raccogliere voti, se si è in urto con i capi supremi e assoluti, la tentazione di affidare le proprie sorti a nuove formazioni può diventare irresistibile. E può capitare persino di concordare con Alfano. Se costa troppa fatica ammetterlo, mettiamola in un altro modo. Alfano cavalca buone ragioni. Perché mettere al sicuro la legge finanziaria, prima di correre al voto, significa perseguire l’interesse generale. Mentre il falso sistema elettorale alla tedesca di Grillo, Renzi, Berlusconi e Salvini, non manterrà la promessa di un sistema politico più governabile (che sarebbe cosa buona è giusta). Ma avrà messo al sicuro il bottino che loro interessa: fare si che i “rappresentanti del popolo” non siano scelti dal popolo.

Nicola Cariglia

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