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Il 25 settembre torna la Festa dell’Uva all’Impruneta

Redazione
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Il 25 settembre si terrà in piazza Buondelmonti all’Impruneta la 90ma edizione della Festa dell’Uva a cui partecipano tutti gli abitanti per preparare i carri allegorici, le coreografie, i costumi, le musiche e i balli.

Seppur cambiata nel corso di questi 90 anni, la festa dell’Uva degli ultimi anni è una ricerca minuziosa di spettacolo, colori, suoni, effetti scenici tradizione e innovazione, passato e futuro, ieri e domani, ma anche una fucina di antichi valori, di tradizioni artigiane tipiche dei bottegai fiorentini, di arte e di storia: tutto il resto è solo passione.

Per la novantesima edizione, l’Ente festa dell’Uva ha scelto di lasciare immutata la tradizionale sfilata ma di impreziosirla con l’esibizione del corteo storico della Repubblica fiorentina con i bandierai degli Uffizi e le vecchie glorie del calcio storico fiorentino nei rispettivi colori che sono gli stessi dei quattro Rioni imprunetini.

Dopo questo inconsueto inizio avrà inizio la gara ovvero le sfilate dei carri allegorici, con figuranti e coreografie mozzafiato. Il programma degli eventi culminerà proprio nell’ultima domenica di Settembre, ma per tutto il mese è possibile visitare, vivere e scoprire un Paese intero che crea volontariamente, senza l’aiuto di professionisti, sera dopo sera, notte dopo notte uno spettacolo unico nel suo genere.

La sfilata dei carri allegorici costruiti nei quattro rioni di Impruneta – Fornaci, Pallò, Sant’Antonio e Sante Marie – rappresenta l’aspetto più importante e conclusivo dell’estate.  La Festa dell’Uva non è una rievocazione storica, ma è la rappresentazione di un popolo che, per primo, ha inventato il modo di trasformare il lavoro, quello dei campi, in spettacolo di massa.

La Festa dell’Uva all’Impruneta nasce dunque nel 1926 con il solo intento di pubblicizzare i prodotti delle aziende agricole del paese. Nel 1932 la parata diviene una gara competitiva e le fattorie partecipanti vengono associate al nome dei quattro Rioni: Fornaci, Pallò, Sant’Antonio, Sante Marie, con lo scopo di alimentare nei paesani una rivalità contradaiola. Durante la seconda guerra mondiale la festa fu sospesa e riprese con maggior vigore nel 1950: una data importante che segna la svolta della Festa quando, cioè i paesani si impegnano direttamente nella realizzazione dei carri allegorici, ognuno per i colori del proprio Rione d’appartenenza.

Allora, come adesso, i volontari che ogni sera tornati dal lavoro si mettono a costruire i carri che poi sfileranno l’ultima domenica di settembre, e non lo fanno per vincere la coppa in cotto messa in palio al primo classificato, ma soprattutto per poter primeggiare su tutti e prendere in giro, fino all’edizione successiva, gli altri Rioni. La Festa dell’Uva è anche e soprattutto un momento di aggregazione tra chi ama, vive e partecipa alla vita rionale.

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