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Fëdor Bistrò, un angolo di Russia a Firenze

Redazione
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di Elisabetta Failla

Il legame fra i russi e Firenze è sempre stato molto saldo fin dal lontano 1439, quando ebbe luogo un avvenimento religioso di gran rilievo, l’Unione fiorentina, che mirava alla ricomposizione dello scisma fra la chiesa russa e quella cattolica. Il tentativo fallì ma da allora la città del giglio diventò una sosta obbligatoria sia per i pellegrini russi che andavano a Roma o a Bari sia per gli intellettuali russi come Dostoevskiy, Brodskij, Tarkovskij e Tchaikovskij, tanto per citarne alcuni, attirati da Dante Alighieri e dagli artisti rinascimentali.

Nel tempo si era creata una comunità russa ben inserita nel tessuto cittadino tanto che, ad esempio, nell’Ottocento la facciata del Duomo fu costruita per la maggior parte grazie alle donazioni della Famiglia Demidov, fabbricanti provenienti dagli Urali. Per questo il loro stemma familiare venne inserito a ricordo nella parte centrale a destra dell’entrata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Non deve quindi stupire che a Firenze ci sia un locale dove mangiare i piatti della cucina russa magari in abbinamento a quelli della tradizione toscana e fiorentina. Ḕ il Fëdor Bistrò, dove è chiaro il richiamo a Dostoevskij, che si affaccia con il suo elegante dehor su Piazza della Signoria, condotto da Angela Gagnidze, elegante e raffinata signora georgiana. Dalla colazione del mattino con brioches, pane e tramezzini insieme a cappuccini e caffè, fino al possibile take-away di specialità russe magari accostate a sapori italiani, e alla cena che, alla maniera dell’antica aristocrazia russa, ha come grandi protagonisti il caviale, quello della Russian Caviar House di Alexander Novikov, dal distretto di Cherepovets nella regione di Vologda a nord di Mosca e a Est di San Pietroburgo, e lo champagne, meglio se Perrier Jouet.

Il menu di Fëdor Bistrò offre, come detto, diverse e differenti soluzioni adatte a tutti i gusti. Ci sono molte specialità fiorentine e toscane, dalle bruschette ai ricchi panini con salumi, formaggi e verdure. Poi le paste con il taglierino al tartufo, le tagliatelle al ragù di chianina o al pesto, e i fantastici gnocchetti alla pomarola fresca. Per proseguire con tartare di pesce e di manzo, taglieri di oca e anatra con fichi e prugne.

E poi le già citate specialità russe come i blini servitI con panna acida, burro, caviale o uova di salmone, oppure dolci con mela cotta e cannella e frutti di bosco o miele. Ci sono anche gli aladi, frittatine di pasta con farina 00, panna acida e caviale.  Piatto cult è l’insalata Olivier, che da noi si chiama “insalata russa”. A crearla sarebbe stato Lucien Olivier, chef belga al celebre ristorante Hermitage di Mosca. Luogo ideale per l’aperitivo di giorno o di sera nel dehor oppure ai tavoli interni dal fascino rétro, con eleganti e comode poltroncine e divanetti, grandi specchi, luce avvolgente.

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