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Controlli a 11 centri estetici gestiti da cinesi. Sanzioni per 30.000 euro. Il prefetto”Non ci fermeremo qui”

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 Scoperti sette lavoratori in nero, elevate sanzioni per 30.000 euro, accertati oltre 40.000 euro di contributi previdenziali non versati e un’attivita’ chiusa. Undici centri estetici gestiti da cinesi al centro di una capillare azione di controllo che e’ stata effettuata dal gruppo di lavoro, costituito in Prefettura, per monitorare l’imprenditoria cinese attiva nel settore del benessere, un business in forte espansione, sul quale venivano segnalate numerose irregolarita’. Tutte confermate dall’operazione: scoperti sette lavoratori a nero per i quali sono state elevate maxisanzioni per un totale di oltre 30mila euro, situazione che ha portato a proporre alla Direzione territoriale del Lavoro la sospensione dell’attivita’ per tre centri, revocata il giorno dopo a seguito della regolarizzazione dei dipendenti non denunciati. Dove i titolari e i lavoranti erano regolari, mancava invece il pagamento dei contributi previdenziali per un ammontare complessivo di oltre 40mila euro evasi. Inoltre, in alcuni casi erano assenti le autorizzazioni allo svolgimento dell’attivita’ e a un centro sono stati posti subito i sigilli perche’ trovati strumenti estetici senza il possesso della licenza. In altre situazioni, mancavano le registrazione dell’incasso e le ricevute fiscali ai clienti. Non sono stati invece scoperti dipendenti clandestini ne’ sono emersi elementi certi da far ritenere che alcuni siti di massaggio nascondessero in realta’ l’esercizio della prostituzione.

”Abbiamo ottenuto un doppio risultato – ha commentato il prefetto Luigi Varratta – da un lato abbiamo smascherato una serie di situazioni illecite, dall’altro abbiamo dato il via a una sanatoria; alcuni titolari si sono gia’ messi in regola, mentre altre aziende senza autorizzazione verranno riqualificate come imprese artigiane”. Del gruppo di lavoro, coordinato dai vice prefetti Rosa Milano e Anna Chiti Batelli, fanno parte, oltre la Prefettura, le forze di polizia, l’Agenzia delle Entrate, la Direzione provinciale del Lavoro, Inps, Inail, la Camera di Commercio fiorentina e il Dipartimento di prevenzione dell’Asl. Dopo aver incrociato i dati a disposizione (come partite iva, denominazioni fiscali, certificazione contributiva, dichiarazioni di inizio attivita’, attestazioni sanitarie e di conformita’ edilizia) il tavolo ha elaborato una radiografia dettagliata della situazione esistente e ha puntato l’attenzione su undici centri sui quali affioravano i maggiori sospetti di irregolarita’. E’ stato quindi deciso di intervenire sugli obiettivi individuati con undici squadre, una per ogni centro da controllare, composte da poliziotti, carabinieri, Nas, finanzieri, agenti della polizia municipale fiorentina e ispettori di Inps Inail e Asl.

L’azione simultanea delle undici task-force, effettuata lo stesso giorno e alla stessa ora (mercoledi’ 17 ottobre alle ore 17, orario considerato tra quelli con piu’ frequentatori), e’ stata coordinata e seguita in Prefettura da un’apposita cabina di regia. ”Al tavolo di lavoro abbiamo registrato subito – ha sottolineato Varratta – un frequente turn-over delle aziende cinesi, ditte con una vita media di un anno e mezzo, che chiudevano e riaprivano poco dopo con un altro nome, movimenti ambigui che suscitavano molti sospetti. Abbiamo voluto vederci chiaro. Alla banca dati su ciascuna attivita’ di estetica, ora abbiamo aggiunto anche le infrazioni commesse. Da ora in poi sara’ piu’ difficile sfuggire ai controlli”. Tutto nasce alcuni mesi fa, quando Cna e Confartigianato, facendosi portavoce delle indicazioni che giungevano da parte degli associati, avevano evidenziato alla Prefettura che nel comparto del benessere aprivano molte imprese a conduzione cinese senza i requisiti tecnico-professionali richiesti dalla normativa nazionale e regionale, in locali non adeguati e al di fuori delle direttive sanitarie, a costi troppo bassi per garantire determinati standard qualitativi e senza osservare gli adempimenti fiscali e contributivi. Secondo le due confederazioni si veniva cosi’ a profilare una forma di concorrenza sleale nei confronti delle oltre duemila attivita’ del ramo, esistenti in provincia di Firenze, che operano legalmente, fornendo al consumatore servizi in base a precisi criteri di competenza e di igiene. Soddisfazione per il lavoro svolto e i risultati raggiunti e’ stata espressa da Cna e Confartigianato. ”Non ci fermeremo qui – ha concluso il prefetto – il gruppo continuera’ il suo lavoro su altri obiettivi. Vogliamo dare un segnale importante a chi ogni giorno lavora, con impegno e oneri costosi, nel rispetto delle regole”.

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