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La paura esorcizzata dal colpo di testa di Pezzella. Il resto è noia…

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di Massimo Sandrelli

Siamo sobbalzati tutti insieme, allo stadio, davanti alla tv, accanto alla radio, ad ogni latitudine. Quel colpo di testa di Pezzella, quasi alla fine della partita e delle nostre speranze, è stato un deflagrante rullo di tamburi. Già perché a prescindere dall’avversario (Spal ultima in classifica), a prescindere dal gioco (bruttino anzi che no), bisognava esorcizzare la paura. Quando sei nelle condizioni della Fiorentina di ieri, dove le certezze sono poche, dove la squadra è portata a sentirsi meno di quello che è (e non è un granchè) allora il vero timore è che sia la Sorte a decidere per te. Un errore disgraziato, un palo maligno, magari un maldestro fallo in aerea di rigore e va a finire che sprofondi nel buio. E invece, quasi appena dopo il tramonto, succede che il giocatore più “uomo”, il capitano, il conducator salta più in alto e sulla sua faccia plurifratturata si stampa un pallone che finisce in rete. L’urlo del popolo viola si è diffuso per ogni dove e tutti i giocatori (Chiesa compreso) hanno sommerso Pezzella, fra urla, orgoglio e qualche lacrima.

Detto ciò la squadra resta quella di sabato. Cutrone ha solo fatto intravedere di essere un “animale da area piccola”. Gli altri sono loro. Occorrono dei rinforzi. Aldilà della paura c’è bisogno di sostanza e di varie partenze per coloro che ormai non possono più far parte di questa avventura, tipo Boateng.
Rocco era commosso: la prima vittoria in casa, la prima dell’anno nuovo. magari ha anche capito che se raduni 34mila tifosi per la partita contro l’ultima in classifica nello stadio vecchio, il vero problema allora sta nel trovare degli innesti giusti da inserire nella squadra. Nel calcio, direbbe il poeta, vincere è gioia il resto è noia…

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