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Primarie, Renzi chiude la campagna alla Leopolda Gli interventi sul palco di Ichino, Gori e Serra

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“Se vinciamo noi, c’e’ un’altra Italia”. Lo ha detto il sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, Matteo Renzi, a margine dei lavori della Leopolda, che hanno preso il via intorno alle 18.30 nel capoluogo toscano. Renzi rivendica di avere una “proposta semplice e chiara sul lavoro”, e anche “sulla legge elettorale e sulle banche”. Al riguardo ha sottolineato: “Noi andremo a prendere i soldi che sono stati portati in Svizzera. Se viciamo noi -ha ribadito- c’e’ un’altra Italia”.

ICHINO ”Le roccaforti della sinistra non stanno fra i precari, ma nel pubblico impiego, non stanno fra i giovani, ma fra i vecchi, non fra chi rischia di piu’ ma fra chi rischia di meno”. Cosi’ Pietro Ichino, giuslavorista e senatore Pd, ‘rottama’ le politiche sul lavoro della vecchia sinistra in Italia, dal palco della convention di Matteo Renzi alla Stazione Leopolda. Ichino ha criticato quella sinistra che ”non ha dato niente agli esclusi, ma ha difeso solo i piccoli diritti di chi qualche diritto aveva, questa sinistra deve fare una profonda autocritica”. Quella stessa sinistra che, ad esempio, ”ha difeso come chiave di volta – ha aggiunto – la regola dell’inderogabilita’ assoluta del Ccnl”, arrivando ”in ritardo di 10 anni rispetto a Germania e Svezia all’accordo che ha sancito l’esatto contrario. Avete sentito qualcuno dire ‘scusate, abbiamo sbagliato’? No, c’e’ sempre la presunzione di essere nel giusto, anzi all’avanguardia della sinistra mondiale”

GORI  ”Io e Matteo ci vogliamo bene, andiamo molto d’accordo; se volete, ve lo diciamo insieme, perche’ poi pare che non sia sufficiente se a dirlo e’ uno solo di noi due. In questi mesi abbiamo lavorato molto, e’ un peccato che i giornali speculino su cose prive di fondamento”. Lo ha detto Giorgio Gori, rispondendo ai giornalisti durante i lavori della convention di Renzi alla stazione Leopolda che gli chiedevano se ci fossero o ci fossero stati dissapori tra lui e il sindaco di Firenze. ”In questi mesi – ha proseguito – ho dato il mio contributo con lo spirito di uno che si e’ messo a disposizione, e spera di essere stato utile. Se saro’ utile ancora alla causa, continuero’ volentieri”. Per Gori, ”il progetto che Matteo ha avviato non e’ destinato a chiudersi a dicembre – ha detto – spero che potremo celebrare una vittoria, ma in ogni caso ci sara’ stata una spinta forte al rinnovamento che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone. Tutto questo, secondo me, richiedera’ comunque un seguito, una continuazione”. Gori si e’ detto poi ”soddisfatto” del clima che si respira alla Leopolda: ”sta arrivando gente da tutta Italia, vedo un palco carico di entusiasmo – ha commentato – sento interventi gia’ molto pieni di contenuto; si capisce che abbiamo gia’ molto percorso alle spalle. Ora mancano pochi giorni alle primarie, c’e’ da dare l’ultima spinta”

SERRA  “Sarei fiero se fosse lui il primo ministro”. Cosi’ il finanziere Davide Serra, nel suo intervento alla stazione Leopolda, riferendosi al candidato per le primarie del centrosinistra e sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Serra, che e’ stato al centro di polemiche nelle scorse settimane per l’iniziativa organizzata a Milano alla quale ha preso parte Renzi, dopo aver ripercorso nell’intervento la sua storia professionale, ha ribadito che, in questo momento, il suo e’ un “impegno civile”. Negli anni della sua adolescenza, Serra ha ricordato l’impegno negli scout aggiungendo che “li’ mi hanno insegnato come poter aiutare il prossimo con le proprie capacita'”. Nel concludere il suo intervento, tra gli applausi tributati dalla platea, ha affermato: “per tutti questi motivi, supporto Matteo Renzi”.

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