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Nardella replica alla lettera degli archi-star sul Franchi

Lorenzo Ottanelli
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La scorsa settimana un gruppo di famosi architetti internazionali ha scritto una lettera per scongiurare la possibilità di abbattimento e ricostruzione dello stadio Artemio Franchi di Firenze.

Lo stadio comunale fiorentino fu progettato da Pier Luigi Nervi durante il ventennio fascista ed è considerato uno dei primi stadi moderni a cui decine di architetti si sono ispirati per i lavori futuri su altri stadi in giro per il mondo.

Il presidente dell’ACF, Rocco Commisso, aveva optato anche per la ricostruzione dello stadio, per farlo diventare più moderno e coperto. La soluzione più facile e veloce sarebbe stata quella di abbatterlo e ricostruirlo. Ma il Franchi è considerato un’opera d’arte e poco importa se a Roma era stato costruito un decreto apposito per cercare di bypassare il niet di Pessina, soprintendente di Firenze, che aveva paragonato il Franchi al Colosseo.

Nardella oggi risponde alla lettera degli architetti, che ha fatto il giro del mondo, comparendo anche su famosi quotidiani internazionali come il New York Times e la Süddeutsche Zeitung.

Questa la replica del sindaco Dario Nardella alla lettera di alcuni architetti sullo stadio Artemio Franchi:

“Ho letto con interesse la lettera firmata da importanti architetti sullo stadio Artemio Franchi, che evidenzia ancora una volta la grande attenzione internazionale in generale per la città di Firenze e oggi in particolare per lo stadio progettato da Pier Luigi Nervi. Un’attenzione amplificata dalla stampa internazionale, dal New York Times alla Süddeutsche Zeitung. Non posso non rilevare che quella stessa attenzione è mancata quando lo stadio Franchi è stato fortemente modificato per i mondiali di calcio del 1990. Ma è evidente a tutti, anche agli stessi archistar, che un impianto sportivo – se non è adeguato ai tempi per funzionalità, agibilità e sostenibilità – perde la sua funzione originaria. Ho grande rispetto per gli illustri firmatari della lettera e credo sia importante ascoltare la comunità professionale e scientifica internazionale, cogliendo la disponibilità offerta. Come noto, siamo in attesa di una risposta del Ministero dei Beni Culturali per l’interpretazione corretta delle nuove norme e – per rispetto istituzionale – credo sia doveroso attendere quel parere. Desidero fin da ora invitare tutti i firmatari della lettera a una riunione in videoconferenza per un confronto aperto e, mi auguro, costruttivo. Attendo con impazienza un riscontro positivo a questo invito da parte di tutti loro”.

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