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L’uomo su Marte, tecnologie Enea nella sfida spaziale

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La ricerca in campo spaziale “è da sempre volano di nuove scoperte scientifiche con ricadute di rilievo per la salvaguardia ambientale, lo sviluppo dell’economia, la medicina, le scienze della vita, i nuovi materiali e l’innovazione tecnologica”. E’ lo scenario delineato dal presidente dell’Enea Gilberto Dialuce nell’inaugurare oggi l’evento “L’uomo verso Marte: una sfida a più dimensioni” promosso dall’Agenzia per presentare infrastrutture, strumentazioni avanzate e attività per la ricerca in campo spaziale, alcune delle quali uniche in Europa. Dialuce ha sottolineato che “l’Enea dispone di laboratori, competenze e professionalità in grado di contribuire con efficacia allo sviluppo e alla competitività del comparto spaziale ed aerospaziale, un’eccellenza del nostro Paese anche a livello internazionale”. 

Organizzato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) nel ventennale della missione ‘Sts-100’ – che ha segnato l’avvio dell’utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale a fini scientifici – l’incontro si è svolto presso il Centro Ricerche Enea di Frascati, alle porte di
Roma, con la partecipazione anche di Mario Cosmo e Barbara Negri, rispettivamente Direttore Ricerca e Scienza e responsabile dell’Unità Volo Umano e Sperimentazione Scientifica di Asi, Gianluca Bruti neurologo e fondatore di Eurekacademy, Enrico Flamini Presidente della Fondazione International Research School of Planetary Science e Francesca Esposito ricercatrice presso l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Principal lnvestigator di Dreams1. 

L’evento è stato l’occasione per far conoscere, in particolare, le tecnologie, i progetti e gli impianti del Dipartimento Enea di Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare quali, ad esempio, facility e infrastrutture di ricerca uniche in Europa come Calliope, Triga, Tapiro, Frascati Neutron Generator. Queste macchine – raccomandate dalle Agenzie Spaziali Italiana2 ed Europea per le loro prestazioni – consentono di effettuare test di materiali, componenti e sistemi per lo spazio, di riprodurre le condizioni del 90% del picco di flusso dei raggi cosmici e di simulare le radiazioni in missioni lunari e interplanetarie (raggi gamma, neutroni, protoni, raggi X, elettroni), consentendo lo studio degli effetti su sistemi viventi, materiali e dispositivi.  

“I nostri impianti e le nostre competenze sono descritti nel White paper Italian contribution to Moon exploration, con particolare riferimento ai servizi di Radiation Exposur Tests che solo pochissime altre facility a livello internazionale sono in grado di offrire”, ha sottolineato Alessandro Dodaro, Direttore del Dipartimento Enea di Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare. “Nel contesto di una crescente attenzione al mondo dello spazio, vogliamo rafforzare le collaborazioni già in essere con l’industria e il mondo della ricerca e avviarne di nuove per dare il nostro contributo ad alcuni dei temi più cruciali della sfida spaziale” ha aggiunto Dodaro.  

Luigi De Dominicis del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia Enea ha spiegato: “Ci stiamo focalizzando sullo studio degli effetti delle radiazioni spaziali su componenti, sistemi, rivelatori, dosimetri, polimeri, matrici biologiche, micro e macrorganismi, seguendo un approccio trasversale, che offre grandi opportunità per la realizzazione di nuove tecnologie abilitanti e applicazioni ad altissima precisione”.  

Nella dotazione del dipartimento anche la bussola solare, in grado di rilevare l’orientamento in circa un secondo con un’accuratezza 100 volte migliore delle bussole magnetiche; il laser a eccimeri per lo sviluppo di riflettori solari ottici e la progettazione termica dei veicoli spaziali; i sistemi innovativi per la deposizione di rivestimenti metallici, ceramici, compositi con temperature di fusione fino a 4.000 °C e altre strumentazioni e impianti presenti nei Centri Ricerca Enea di Frascati, Casaccia (Roma) e Brasimone (Bologna).