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Da lunedì Campania in zona gialla e Valle d’Aosta in arancione

Adnkronos
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Cambia ancora la mappa dei colori in Italia con due Regioni che da lunedì 17 gennaio passeranno in una fascia diversa: sono la Campania che andrà in zona gialla come oramai la maggior parte del Paese con poche esclusioni e la Valle d’Aosta per la quale scatterà la zona arancione. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza alla luce del flusso dei dati del monitoraggio di Istituto superiore di sanità (Iss), ministero della Salute e Regioni.

Mentre continua a dilagare la variante Omicron del coronavirus, ieri in Italia sono stati registrati 186.253 nuovi contagi Covid e altri 360 morti. Ci troviamo in “una situazione epidemica acuta”, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro,

Sull’ingresso da lunedì prossimo in zona arancione, il presidente della Regione Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, ha commentato: “L’attenta analisi dei dati relativi ai ricoveri ci porta a riflessioni severe nei confronti della scelta di non vaccinarsi. Emerge infatti che della totalità dei positivi Covid curati nel nostro ospedale la stragrande maggioranza (42 persone) o non ha il vaccino oppure è vaccinata in maniera inefficace (da più di 120 giorni). Colpisce in particolare che 6 dei 7 pazienti Covid in terapia intensiva non abbiano ricevuto il vaccino. Quella di non vaccinarsi è una scelta di pochi, che però può avere gravi conseguenze per tutti”.

“La situazione ospedaliera sarebbe radicalmente diversa se tutta la popolazione fosse vaccinata. Con le regole in vigore – ha aggiunto – piccolissimi numeri sui ricoveri possono far cambiare la collocazione della Regione: vaccinarsi è oggi più che mai un segno di responsabilità e di solidarietà, cui siamo chiamati tutti indistintamente se vogliamo contribuire alla ripartenza della Valle d’Aosta”.

REPORT ISS – In Italia sale l’indice Rt. “Nel periodo 22 dicembre 2021- 4 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,56, in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica” rileva il report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) con i i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia. “E’ in leggera diminuzione invece l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt 1,2 (1,18-1,22) al 4 gennaio contro Rt 1,3 (1,27-1,32) al 28 dicembre 2021”, precisa l’Iss. Anche l’incidenza settimanale a livello nazionale “continua ad aumentare: 1.988 ogni 100.000 abitanti (7-13 gennaio) contro 1.669 ogni 100.000 abitanti (31 dicembre 2021-6 gennaio 2022), dati flusso ministero della Salute”.

Per quanto riguarda la situazione negli ospedali, il report evidenzia che crescono i ricoveri e l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva: “Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 17,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio) contro il 15,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 06 gennaio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 27,1% (rilevazione del ministero della Salute al 13 gennaio) contro il 21,6% (rilevazione del ministero al 6 gennaio)”.

“Confermiamo” la presenza in Italia di “una situazione epidemica acuta, con un’incidenza settimanale che ha raggiunto quasi 2mila casi per 100mila abitanti e una velocità di trasmissione nel Paese che rimane significativamente sopra il valore di 1. Per quanto riguarda i servizi ospedalieri, hanno un andamento che è sovrapponibile a quanto sta avvenendo anche negli altri Paesi europei ed è importante che la tendenza alla crescita dei ricoveri” per Covid “possa essere invertita, proprio per cercare di evitare dei sovraccarichi dei servizi che già oggi sono fortemente impegnati” è il monito lanciato da Brusaferro.

I casi Covid crescono in tutte le età. “La fascia 20-29 anni è quella che ha il maggior numero di casi in aumento, seguita poi da 10-19 e 30-39. Tutte le altre sono a seguire. Se guardiamo poi le fasce d’età più giovani, vediamo che la curva è in crescita un po’ in tutte” ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità.