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Ucraina, Draghi condanna “violazione inaccettabile”. In forse missione a Mosca

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(Adnkronos) – La condanna di Mario Draghi, attesa, è arrivata questa mattina in apertura della cerimonia al Consiglio di Stato. “Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass- ha esordito nel suo intervento il presidente del Consiglio -. Si tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Per Draghi, “la via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia”. Sanzioni che “non fanno miracoli, ma fanno male”, spiegherà nel tardo pomeriggio da Bruxelles l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, in una conferenza stampa in cui sarà chiamato a fare il punto sul pacchetto di misure approvate contro Mosca. 

L’ex numero uno della Bce assicura di essere “in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa”. Si lavora a una soluzione, si valutano sanzioni, si batte la strada del dialogo e della diplomazia. A Palazzo Chigi si tengono le carte coperte, spiegando che non si fa la cronistoria dei contatti tra Draghi e gli alleati. “Il presidente si muove fermo nel quadro dell’alleanza atlantica”, la linea. Ci pensa l’Eliseo a rendere nota la telefonata con il Presidente Emmanuel Macron, che intanto ha sentito anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il premier britannico Boris Johnson. 

La missione di Draghi a Mosca, attesa, non è ancora naufragata nonostante l’escalation della crisi. Non è escluso che il premier voli a breve a Mosca per incontrare Vladimir Putin. Intanto, però, non sarà lui domani a riferire in Parlamento sulla crisi ucraina, ci penserà il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Un’assenza, quella del premier (domani atteso a Firenze, ndr), che a Montecitorio apre un vero e proprio caso, con Fdi che solleva la questione in conferenza dei capigruppo. Poco dopo viene reso noto che anche Draghi riferirà in Parlamento sulla crisi ucraina, la prossima settimana. Giorgia Meloni si intesta il risultato: “Un atto doveroso nei confronti del Parlamento e degli italiani”, ottenuto “grazie a Fdi”. 

Intanto da Parigi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rende noto che il “governo italiano prepara aiuti finanziari per l’Ucraina”. La giornata di oggi, al G7 e alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, “ci ha permesso di coordinare le sanzioni contro la Russia”, spiega il responsabile della Farnesina, rimarcando come la risposta dell’Unione europea debba “essere ferma e irremovibile” rispetto “alla pretesa di ritirare le truppe russe dall’Ucraina e riportare il dialogo e il confronto diplomatico al tavolo”. 

Dopo che Vladimir Putin ha puntellato con fermezza la scelta di riconoscere l’indipendenza delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk, accelerando la crisi, e l’Ue ha approvato le sanzioni da adottare, si attende ora la posizione Usa, con con il Presidente Joe Biden che a breve parlerà alla Nazione. 

E sempre sugli States, non è passata inosservata a Roma la stoccata del Wall Street Journal che, denunciando le “crepe nella risolutezza occidentale nei confronti della Russia”, in un editoriale firmato dall’Editorial Board del quotidiano finanziario ha puntato il dito in particolare contro l’Italia, che starebbe “già vacillando”. Il Wsj ha ricordato come il nostro Paese importi circa il 90% del suo fabbisogno di gas, annoverandosi tra uno dei “maggiori clienti di Mosca nel Continente”. Draghi, si legge nell’editoriale, “non vuole che la sua eredità come primo ministro di unità nazionale sia offuscata da una crisi energetica, ma consentire l’imperialismo di Mosca sarebbe una macchia ancora più grande”. 

Ma in una maggioranza dove da sempre non mancano le fibrillazioni, anche le sanzioni alla Russia dividono, restituendo la fotografia di forze politiche che convivono ma non marciano compatte. Cauta sulle sanzioni contro Mosca, in particolare, la Lega. Per Matteo Salvini, infatti, si tratta dell'”ultima opzione, perché poi sanzione chiama contro-sanzione e a rimetterci sono imprese e famiglie italiane”, avverte il leader della Lega. 

E mentre ieri il segretario dem Enrico Letta invitava a condannare l’annessione del Donbass da parte della Russia “senza ambiguità”, l’alleato del fronte progressista, Giuseppe Conte, chiarisce: “noi siamo favorevoli alle sanzioni, una risposta di questo tipo credo che ci sia tutta, ma l’Italia deve essere promotrice di una linea del dialogo come è nel suo Dna”. 

Per l’ex premier, che non manca di osservare come “la prospettiva di una escalation della crisi ucraina rischia di rendere più drammatico il caro bollette”, “il dialogo è sempre da assecondare e tutte le finestre diplomatiche vanno tenute aperte”.