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Pil, prospettive al ribasso per l’Italia: i dati Istat

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(Adnkronos) – ”Le prospettive per i prossimi mesi sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali ulteriori incrementi nel sistema dei prezzi, una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse”, comunica l’Istat nelle ‘Prospettive per l’economia italiana’. Anche le aspettative di famiglie e imprese, secondo l’Istituto, ”potrebbero subire un significativo peggioramento” 

”Abbiamo un intreccio di concause che sono preoccupanti e, inevitabilmente, faranno agire la Banca centrale nella direzione di contenere l’inflazione con una revisione dei tassi d’interesse. Questo, in un Paese come il nostro, in cui abbiamo un alto indebitamento, produrrà degli effetti, ci colpirà in maniera più intensa”. Lo afferma il direttore centrale Istat per le statistiche sociali e il welfare, Cristina Freguja, nella conferenza stampa che segue la diffusione dei dati. “Gli interventi di bilancio che dovranno essere agiti dal governo dovranno essere ben mirarti e calibrati, per aumentare l’efficacia e contenere il costo”, spiega ancora. 

”L’Italia sperimenterà ancora un biennio di crescita del pil, con forti criticità legati a fattori di rischio”, come ”l’ulteriore riduzione del commercio internazionale e la potenziale ripresa dei tassi d’interesse. Sono tutti fattori che potrebbero minare pesantemente i numeri che abbiamo diffuso oggi”, ha dichiarato quindi il tecnico dell’Istat, Fabio Bacchini (responsabile del Servizio per l’analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale), nel corso della conferenza stampa. 

I DATI ISTAT – Quest’anno l’inflazione dovrebbe crescere del 5,8% mentre nel 2023 dovrebbe scendere fino al 2,6%. Queste le previsioni dell’Istat. ”Si prevede che la crescita dei prezzi dei beni energetici contribuisca a un deciso aumento del deflatore della spesa delle famiglie residenti nell’anno corrente (+5,8%), i cui effetti dovrebbero attenuarsi nel 2023 (+2,6%)”. 

Il Pil italiano è atteso continuare a crescere sia nel 2022 (+2,8%) sia nel 2023 (+1,9%), seppur in rallentamento rispetto al 2021.  

E ancora: la disoccupazione è attesa scendere ”sensibilmente quest’anno (8,4%) e, in misura più contenuta, nel 2023 (8,2%)”. L’evoluzione dell’occupazione, misurata in termini di Ula, secondo l’Istituto ”sarà in linea con il miglioramento dell’attività economica con un aumento più accentuato nel 2022 (+2,5%) rispetto al 2023 (+1,6%)”.