Ora il governo Meloni è in carica. Il primo governo italiano della storia guidato da una donna, il primo governo guidato da un esponente della destra, il governo che riporta la politica a Palazzo Chigi dopo la massima espressione possibile di un premier tecnico, Maro Draghi. Con il giuramento al Quirinale inizia anche formalmente un percorso che passerà per scelte da compiere subito e problemi da affrontare, sul piano politico, economico e sociale.
Nasce con una forte connotazione politica, con un’impronta netta data dalla leadership di Giorgia Meloni, con un programma che dovrà prendere corpo, un passo dopo l’altro. Nasce anche con le incognite che ne hanno accompagnato il processo di formazione e con la necessità di preservare gli equilibri faticosamente trovati nella composizione della squadra. “Ecco la squadra di Governo che, con orgoglio e senso di responsabilità, servirà l’Italia. Adesso subito al lavoro”, le prime parole, via Twitter, del nuovo presidente del Consiglio.
Le priorità assolute sono quelle legate alla politica economica. C’è una legge di Bilancio da costruire in tempi record, ci sono imprese e famiglie da sostenere per alleviare le conseguenze del caro bollette, ci sono poche risorse a disposizione. Ci sono anche da arginare le spinte che arrivano dai programmi con cui le forze che compongono la maggioranza hanno vinto le elezioni. Quello della Lega di Matteo Salvini, che esprime anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, prevede misure particolarmente onerose per il bilancio: flat tax, misure sulle pensioni per scongiurare il ritorno della legge Fornero, scostamento di bilancio per una manovra shock che affronti la crisi dell’energia. Sarà indispensabile, per un governo che avrà gli occhi addosso della comunità internazionale, e dell’Europa in particolare, e la pressione dei mercati sempre pronti a innescare la speculazione, trovare il modo di tenere insieme le cose da fare con gli equilibri interni alla maggioranza.
Per questo, saranno rilevanti le decisioni che verranno prese nella distribuzione delle deleghe. Serviranno a determinare fino in fondo gli spazi di manovra dei singoli ministri e dei singoli ministeri. In ballo ci sono le competenze del nuovo ministero del Mare, soprattutto in relazione a quello delle Infrastrutture, e anche quelle sul Pnrr, che riguardano direttamente diversi ministeri. In ballo c’è anche l’apporto che darà al governo Matteo Salvini, nella duplice veste di ministro delle Infrastrutture e di vicepremier.
Ci sono poi da ‘aggiustare’ i pesi delle forze della maggioranza in Parlamento. E, su questo fronte, ci sono soprattutto le fibrillazioni interne a Forza Italia a tenere alta l’attenzione. Con l’ingresso di nove senatori nella squadra di Giorgia Meloni che abbassano pericolosamente i numeri a Palazzo Madama.
(di Fabio Insenga)