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Marcia su Roma, saluti romani e inni al Duce: a Predappio la sfilata dei “4mila”

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(Adnkronos) –
Corteo organizzato dagli ‘Arditi d’Italia’ a Predappio per ricordare il centenario della Marcia su Roma. I manifestanti in camicia nera, che portavano un lunghissimo tricolore, sono partiti da piazza Sant’Antonio diretti al cimitero di San Cassiano. Durante il tragitto canti del ventennio, tra cui “Faccetta nera”, e inni al Duce. Alla chiamata “Per sua eccellenza Benito Mussolini”, tre volte la risposta con il grido di guerra dannunziano “Eja Eja Alalà”. E ancora: “A chi l’Italia?”, “A noi”, la risposta. Diverse centinaia i manifestanti arrivati da tutta Italia, anche donne e bambini.  

Poi, lo schieramento davanti al cimitero con gli inviti a mettere via gli occhiali da sole e a rispettare le bandiere. “Siamo migliaia, non vi accalcate”, l’invito al microfono (poi si dirà: “Siamo circa 4mila persone”), “abbiate pazienza, stiamo aspettando che arrivino tutti”. “A nome dell’associazione Arditi d’Italia ringrazio tutti per questa giornata memorabile, stupenda, che non si ripeterà mai più – le parole degli organizzatori – Al termine della manifestazione faremo il presente. Anche oggi ci hanno avvisato che chi fa il saluto romano rischia la denuncia. Chi vuole farlo è libero di farlo, chi non vuole può mettere la mano sul cuore”. 

Quindi, davanti al cimitero, la lettura della preghiera del legionario e di quella dell’Ardito e del Bersagliere e una lettura fatta dalla pronipote del Duce, Vittoria Mussolini. A seguire il saluto della sorella Orsola Mussolini: “Così numerosi e disciplinati – ha detto – siete uno spettacolo commovente. Il desiderio mio e di mia sorella Vittoria è portarvi un caloroso ringraziamento per aver organizzato e portato a termine questa manifestazione così sentita. Manifestazione servita a ricordare la marcia di 100 anni fa” che portò il re “a conferire al nostro bisnonno l’incarico di fare il presidente del Consiglio. Da lì lui e i suoi collaboratori partirono per fare uno Stato nuovo, più efficiente e più efficace, teso a risolvere i problemi”. 

Mussolini ha ricordato i “successi” del Ventennio, le “numerose opere pubbliche”, come “scuole, ospedali, sanatori”, e poi “la sanità gratuita per tutti, pensioni per tutti i lavoratori”, le bonifiche, la nascita di Littoria, “oggi chiamata Latina”, un “parlamento che in soli 30 giorni mandava una legge alla firma del re”. “Sono passati 100 anni e siamo ancora qui”, ha concluso, invitando tutti coloro che avessero intenzione di rendere omaggio alla tomba di Mussolini a “rispettare questo luogo sacro” e a fare silenzio. La cerimonia si è conclusa con “il presente”, il rituale richiamo ripetuto tre volte “Camerata Benito Mussolini”, e la risposta della folla a braccio teso “Presente”.