Silvio Berlusconi si è spento pochi minuti fa all’Ospedale San Raffaele di Milano. Il leader di Forza Italia era in politica dal 1994, quando fece la sua “discesa in campo” riuscendo a diventare il “federatore” del Centrodestra. Creò Forza Italia da zero, vincendo le elezioni e diventando uno degli uomini più influenti in Italia per 20 anni.
Un passato da imprenditore, dall’edilizia alla televisione. Sua l’idea di creare Milano 2, suo il monopolio della televisione privata, sua l’idea di diventare un editore a tutto campo, con l’idea di fagocitare i più piccoli: da Mediaset a Mondadori.
Una parabola imprenditoriale e politica, dove la discesa in campo politica fu accompagnata da innumerevoli scandali, dalla vita imprenditoriale a quella privata e personale. Dai Bunga Bunga a Ruby, dalla forza con cui diceva di essere contento di aver messo insieme “leghisti/federalisti e fascisti”.
Berlusconi era un unicum nel panorama politico, capace di attirare a sé innumerevoli “fan”. Il primo politico italiano a saper costruire la propria forza non tanto sulla politica in senso stretto, materia da Prima Repubblica, quanto sulla personalizzazione. Tanti i “fan” di Silvio Berlusconi che lo ammiravano anche per la sua simpatia. Per alcuni lo svilimento della politica, per altri il carattere della modernità.
Un uomo dalle molte facce, che non ha saputo lasciare eredi. Oggi che ne sarà di Forza Italia? Che ne sarà dell’unica forza moderata rimasta all’interno della compagine del governo? Per alcuni è anche un uomo senza eredità (politica) perché il suo centrodestra non è quello di adesso, un centrodestra che ora è destra-centro e che spinge sul nazionalismo.
