Home CRONACA Kata / Sopralluogo all’Astor. Garofalo: “Nuovi spunti”

Kata / Sopralluogo all’Astor. Garofalo: “Nuovi spunti”

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Sulla scomparsa di Kata ci sarebbero “spunti interessanti per nuove analisi”. E’ quanto ha detto il generale Luciano Garofalo, ex comandante del Ris di Parma, consulente dei genitori della bambina peruviana di 5 anni, scomparsa a Firenze il 10 giugno scorso, al termine del sopralluogo di questa mattina nell’ex hotel Astor, in cui la piccola viveva con il padre, la madre e un fratello più grande e dove abitavano altre decine di occupanti abusivi, soprattutto sudamericani e romeni. “Si tratta di elementi che possono aiutare ma al momento non c’è una direzione nuova”.

Il sopralluogo nell’ex albergo di via Maragliano, da dove Mia Kataleya Chiclo Alvarez è svanita nel nulla, autorizzato dalla Procura, è durato poco meno di due ore ed è stato effettuato con la presenza dei due genitori della bambina, la madre Katherine Alvarez Vasquez e il padre Miguel Angel Romero Chicclo, e con i legali della coppia, gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanesi.

Nei prossimi giorni anche gli investigatori dell’arma, coordinati dai magistrati della Dda, torneranno nell’ex hotel per nuove e approfondite ricerche. Nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Kata, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, cinque persone, tra le quali due zii della bambina, uno paterno, il 19enne Marlon Edgar Chicclo, e uno materno, il 29enne Abel Alvarez Vasquez, il quale attualmente è in carcere nell’ambito dell’inchiesta su un presunto racket delle stanze nell’ex hotel Astor.

La Procura ha disposto nei confronti dei cinque indagati accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all’estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell’hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola Kata. L’incarico è stato affidato al genetista Ugo Ricci.