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Ucraina / La Russia chiama le donne al fronte

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La Russia cerca donne da arruolare nella guerra contro l’Ucraina. Una compagnia militare e di sicurezza privata russa sponsorizzata dall’intelligence di Mosca sta cercando di reclutare per la prima volta le donne per destinarle a ruoli di combattimento nel conflitto iniziato oltre 600 giorni fa. A scriverlo è l’intelligence britannica, nel rapporto diffuso dalla Difesa di Londra su X. “Sui social è stato lanciato l’appello a reclute donne ad unirsi al Battaglione Borz, parte del PMC Redut russo, nelle posizioni di cecchino e operatori di veicoli senza equipaggio. Redut è verosimilmente sponsorizzato direttamente dalla direzione principale dell’intelligence russa”, si legge.

“Nel marzo 2023, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato che in Ucraina erano state schierate 1.100 donne, il che equivarrebbe allo 0,3% circa delle sue forze. Come sottolinea l’annuncio di Redut, attualmente svolgono principalmente ruoli di supporto medico e di logistica. Non è chiaro – fa notare il rapporto di intelligence – se le forze di difesa russe cercheranno di seguire l’esempio e aprire più ruoli di combattimento alle donne”.

“Le donne hanno raramente assunto ruoli di combattimento in prima linea all’interno delle forze filo-russe durante l’attuale conflitto; tuttavia – sottolinea il rapporto – esiste una forte tradizione di donne cecchini e altri ruoli di combattimento nelle forze sovietiche durante la seconda guerra mondiale”.

La potenziale svolta arriva in una fase particolare della guerra. La Russia, secondo dati diffusi dalle autorità ucraine e non confermati in maniera indipendente, avrebbe perso 300mila uomini dall’inizio delle ostilità.

A metà settembre, la Russia ha fornito indirettamente un dato indicativo sulle perdite provocate dalla guerra. Il ministero russo del Lavoro ha ordinato recentemente la stampa di 230mila certificati per famiglie di veterani di guerra morti e 750mila certificati per veterani di guerra, molti più che in passato.

I dati si evincono da un bando sul sito del governo russo, dove sono stati ordinati 230mila certificati per “famigliari di veterani di guerra deceduti, partecipanti alla Grande guerra patriottica e veterani di combattimento”, oltre a 757.305 certificati di veterani di combattimenti.

Tali documenti servono generalmente a certificare che una persona ha preso parte a combattimenti militari. Per rendere l’idea: a maggio il ministero del Lavoro aveva ordinato 100mila certificati di veterani di combattimento e 23mila per famigliari di combattenti deceduti.

La macchina militare russa è in costante movimento. Il presidente Vladimir Putin alla fine di settembre ha firmato il decreto per dare il via alla coscrizione autunnale fra il primo ottobre e il 31 dicembre. La chiamata alla leva riguarda 130mila uomini fra i 18 e i 27 anni di età.

In Russia vi sono tradizionalmente due chiamate annuali per la leva, una in primavera e l’altra in autunno. Il servizio di leva dura 12 mesi. Il contrammiraglio Vladimir Tsimlyansky, numero due del dipartimento organizzazione e mobilitazione dello Stato Maggiore russo, ha precisato che i nuovi coscritti verranno dispiegati sul territorio russo ma nessuno di loro andrà nelle cosiddette “nuove regioni”, ovvero nelle zone occupate degli oblast ucraini di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson.