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Amministrative 2024 / Il Pd in discussione tra Pontassieve, Scandicci e Terranuova Bracciolini

Lorenzo Ottanelli
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amministrative 2024

Il Partito Democratico è in fibrillazione, sempre di più, a causa delle decisioni sulle amministrative comunali che si svolgeranno a giugno di questo 2024. Il motivo: le primarie, quasi ovunque, non si faranno. E le scelte provengono dall’alto. Piccoli terremoti politici che investono le comunità più a sinistra della Toscana, ormai residui di baluardi rossi.

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A Pontassieve si è scelto di candidare come sindaco Carlo Boni. Via, quindi, i nomi di Tiziano Lepri e Giovanni Salvadori. Cosa che al segretario del Partito Democratico della città, Tommaso Valleri, non è andata giù. Risultato: si dimette dalla sua carica e invia una lettera agli iscritti dicendo che le sue sono “ragioni politiche”, “il Pd così viene meno”. Le decisioni di Monica Marini (Sindaca di Pontassieve e Segretaria Provinciale del Pd) e di Emiliano Fossi (Segretario regionale del Pd) sembrano a Valleri dei diktat.

A Terranuova Bracciolini il caso viene posto dal vicesindaco, Mauro di Ponte, che si autosospende dal partito. Da agosto chiede le primarie, poi la decisione è presa: non si faranno. E lui non ci sta, “non voglio rassegnarmi a vedere un Pd che si arrocca e si allontana da se stesso”.

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A Scandicci, invece, le primarie si svolgono. Ma lo ‘scandalo’ è sulla Edilfaggi, che fa endorsment per il candidato Andrea Giorgi. Ai residenti nelle nuove case invia una lettera: “Se abbiamo potuto realizzare la casa dei vostri sogni è grazie a questo signore. Votatelo”. Giorgi non ci sta a bollarlo come scandalo: è un imprenditore che ha deciso di sua iniziativa di supportarlo. Lui non c’entra niente. Intanto, domenica il voto, in cui sfida Claudia Sereni.

Il Partito Democratico, però, non è la prima volta che si trova in difficoltà per queste amministrative 2024. C’è una base ancorata alle Primarie, in cui sembra essere sempre necessario fare ricorso, per una questione di democraticità. C’è una classe dirigente che non è concorde. E lo vediamo a Firenze, dove Cecilia del Re è ora in partita contro Sara Funaro. Dove anche Stefania Saccardi di Italia Viva si sarebbe messa in gioco per sfidare le altre due alla candidatura alla guida della città. Niente da fare, anche in quel caso si è deciso un nome, forse quello più idoneo. Ma tant’è, le primarie non ci sono state e i partitini fioriscono, la sinistra si spacca ancora e corre in pulviscolo. Difficile capire come finirà.

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