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L’ultimo saluto a Borgonovo, un lungo applauso da brividi

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baggio-borgonovoUn applauso da brividi, solo parzialmente coperto dai rintocchi delle campane della chiesa di Giussano dei Santi Filippo e Giacomo, ha chiuso i funerali di Stefano Borgonovo, ex attaccante di Fiorentina e Milan, stroncato dalla Sla all’età di 49 anni. All’uscita della funzione si scorgono i volti commossi degli amici di sempre: Roberto Baggio, Paolo Maldini, Franco Baresi e Ciro Ferrara. Con loro anche Arrigo Sacchi, uno degli ex allenatori di Borgo Gol, insieme al vicepresidente della Federcalcio Carlo Tavecchio. Poi sfilano tanti personaggi del mondo del calcio: Gianluca Pessotto, Filippo Galli, Stefano Tacconi, l’ad della Juve Marotta e il capitano della Fiorentina Manuel Pasqual, con l’ad viola Sandro Mencucci.

Ma ciò che colpisce di più è la presenza di circa seimila persone, praticamente tutto il paese di Giussano, stretto attorno al dolore della famiglia di Borgonovo: la moglie Chantal e i quattro figli Andrea, Alessandra, Benedetta e Gaia. Una grande famiglia che continuerà, nonostante la morte di Stefano, la lotta contro “la stronza”, quella terribile malattia che Borgonovo chiamava così e che lo ha portato via giovedì scorso, senza però riuscire a vincere la guerra perché la sua Fondazione proseguirà a combattere affiché non avvengano più morti assurde come la sua.

Un concetto ribadito con forza durante la funzione, off limits per microfoni e telecamere, proprio come avrebbe voluto Stefano che, nella tragedia, non ha mai mostrato segni di cedimento, lottando fino all’ultimo giorno della sua vita.Tante le parole, più o meno importanti, rilasciate dai personaggi intervenuti in questo caldo pomeriggio di Giussano: “Era un uomo con un carattere incredibile – ha detto Arrigo Sacchi – che, nonostante la Sla, voleva continuare a vivere ed ha sempre combattuto per questo fino alla fine. E non va dimenticato anche il grande aiuto della famiglia”. “Abbiamo perso una persona che non ha mai smesso di lottare – ha spiegato Manuel Pasqual – e che ha dato tanto alla Fiorentina da calciatore, così come i fiorentini hanno dato tanto a lui e questo non può che fare piacere. Possiamo solo imparare dalla forza e dal coraggio che è riuscito a dimostrare”.

“Ricordo ancora il gol che mi segnò al 90′ in Fiorentina-Juve – ha raccontato l’ex portiere della Juventus Tacconi – e non l’ho mai digerito, ora invece dico che sono orgoglioso di aver partecipato alla storia di Stefano”.

“La serata di Firenze, che ho vissuto con lui e con Roberto Baggio – ha continuato Paolo Maldini – è stata indimenticabile. Tutto questo, però, non deve finire perché la battaglia alla Sla deve andare avanti e il calcio può fare molto in questo senso”. Poi il feretro si allontana e si forma un corteo che lo condurrà fino al cimitero. I tanti ultras presenti (soprattutto del Como, squadra nella quale ha cominciato a giocare Stefano) intonano il coro: “Borgo Borgo– gol”, che tutti i suoi tifosi gli tributavano quando scendeva in campo alla domenica. E sulla lapide spicca la foto del giovane Stefano con il pallone tra i piedi e con addosso la maglia che forse ha amato di più: quella viola con il giglio cucito sul petto.

Tommaso Borghini

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